Control the controllable

La gazzetta di Clara ep. 11

Control the controllable

Quel giorno di inizio Marzo Selina ed io decidemmo di incontrarci per fare due passi al lungo Meno. Ormai è da due anni che non viviamo più insieme. I quattro anni in cui abbiamo condiviso quei cinquanta metri quadrati di appartamento compatto e gioioso rimangono indelebili. Anche lei li porterà sempre con sé e se la nostra amicizia è così forte è proprio perché in quegli anni abbiamo imparato a conoscerci ad occhi chiusi. Entrambe riconosciamo i sentimenti dell’altra persona solo guardandola negli occhi. Le parole di spiegazione sono superflue, ridondanti e ciononostante al tempo stesso insostituibili. Talvolta, quando la sento parlare, mi sembra di ascoltare i miei pensieri, le mie emozioni. Capitò anche quella volta.

D’un tratto mi disse: “La cosa più difficile per me è creare una barriera e vedere quelle persone come pazienti e non portarle poi a casa fra i miei pensieri”. A questa frase seguì un silenzio lungo e commosso. Poi continuò con una voce sempre più fragile: “Mi è stato chiesto più volte se questo lavoro sia frutto di una mia decisione”. Chiuse gli occhi, si fece forza e concluse la frase: “Se provo a rispondere di sì inizio a piangere perché non voglio più mentire a me stessa. Voglio imparare a capire il mio istinto e seguirlo. Talvolta però mi sento solo persa. Mi sento coperta e travolta da nubi cariche di grandine”.

In quell’istante il mio corpo cominciò a tremare alla percezione netta di quel dolore.

Conosco fin troppo bene la sensazione di difficoltà che si prova nel prendere una scelta da sola, completamente da sola, sia per le decisioni più gravi che per quelle più pratiche.

Giornalmente mi confronto con la domanda: “Clara, l’hai deciso tu o ti sei fatta influenzare?” oppure “Clara, cosa vuol dire prendere una decisione da soli?”. 

Viviamo tra le onde di costruzioni sociali. Se non ci sono persone al nostro fianco che parlano, ci sono altoparlanti, striscioni pubblicitari o immagini rimbombanti. Insistentemente siamo circondati da possibilità e quindi scelte che ci rendono facilmente insicuri. Che scarpa compro: Puma, Asics, Hoka, Saucony, Brook, Mizuno, On o Nike? Faccio una 10 km o è meglio fare una mezza? Corro a Milano o Pisa? Prima della gara mangio l’uovo o il formaggio? Giorno dopo giorno, passo dopo passo, siamo noi che ascoltiamo le nostre risposte. Noi che capiamo quanto siano nostre. Noi che ascoltiamo e viviamo il nostro corpo. Noi che ascoltiamo i nostri pensieri. Infine siamo sempre noi che chiudiamo gli occhi, ci tappiamo le orecchie e finalmente urliamo quel No. Quel No che non è né scortese, né offensivo ma è semplicemente un gesto di amore e benevolenza verso noi stessi.

Clara

Leggi anche Tè che bruciano, unicorni rosa

Da oltre 30 anni trasformiamo le persone in atleti esperti di Corsa su Strada, Maratona, Pista, Trail Running e Ironman.

RICHIEDI UN PIANO DI ALLENAMENTO
PERSONALIZZATO E RAGGIUNGI I TUOI OBIETTIVI

I NOSTRI PARTNER