Diario digitale o cartaceo? Suggerimenti e utilità

diario di allenamento

Prendere nota dei propri allenamenti è buona pratica non solo per cercare di seguire in modo più concreto il filo della programmazione, ma anche per ottenere feedback che verifichino eventuali progressi o regressi nel metodo di allenamento a cui ci stiamo approcciando.

Che si scelga di svolgere l’attività da autodidatta o sotto la supervisione della figura professionale dell’allenatore, tenere traccia di ciò che è stato svolto e di ciò che nel breve-medio periodo abbiamo intenzione di svolgere, è un’ottima pratica per mantenere un quadro reale della situazione; avere una schematizzazione chiara e lineare degli impegni agonistici aiuta ad incrementare lo stimolo, l’interesse e la motivazione nel proseguire con regolarità nell’attività sportiva verso l’obiettivo prefissato.

diario di allenamento

Registrare i propri allenamenti facilita l’atleta (e l’allenatore) nell’orientare in modo più proficuo l’andamento dell’attività e questo sia che si scelga di scrivere qualche appunto con carta e penna alla “vecchia maniera” o che si decida di annotare i dati all’interno di una piattaforma digitale.
Vediamo ora più nel dettaglio quali possono essere i vantaggi.

Prendere nota dei propri allenamenti sul foglio bianco di un block-notes potrebbe sembrare il modo più semplice per tracciare i propri allenamenti, a volte basterebbero semplicemente due parole se si tratta di un allenamento poco complesso, altre volte potrebbe essere utile e consigliato approfondire meglio lo svolgimento della seduta, magari inserendo i tempi di qualche ripetuta o le sensazioni percepite. Tuttavia risalire in modo rapido ed efficace a vecchie informazioni potrebbe risultare più impegnativo e lento… per questo ad oggi, dato che l’acquisto di un orologio dotato di tracciamento GPS risulta alla portata di tutti, è possibile, in pochi minuti, connettendo il dispositivo da polso al proprio smartphone/computer (tramite bluetooth o via cavo), scaricare tutti i dati registrati dall’orologio durante la seduta: nel caso della corsa si può trattare di traccia GPS (lunghezza e altimetria), andatura, velocità, tempo… per gli orologi più sofisticati anche cadenza, frequenza cardiaca, intertempi… tutti dati aggiuntivi che danno un quadro più completo dell’attività svolta. Molti dei nuovi dispositivi, inoltre, dispongono di un’interfaccia grafica che, in tempo reale, durante la registrazione dell’attività, ci fornisce dati istantanei che possono aiutare a calibrare andatura, velocità, distanza, intensità… (in alcuni orologi è possibile inserire avvisi, note, target). Tali dati, tuttavia, vanno saputi interpretare nella maniera corretta e sempre associati ad una responsabile valutazione delle effettive sensazioni fisiche percepite dall’atleta stesso durante la sessione.

Per alcuni amatori avere a disposizione una mole eccessiva di informazioni, soprattutto all’interno della seduta, potrebbe dimostrarsi addirittura fuorviante, senza considerare che, come ogni dispositivo da polso, senza un’adeguata copertura GPS i dati istantanei ricevuti risultano alterati e non veritieri. Un ulteriore svantaggio che tali dispositivi comportano è il fatto che a volte si possa perdere il controllo delle sensazioni percepite, del piacere di correre e allenarsi in libertà e senza alcuno stress “da prestazione”.Per alcuni amatori avere a disposizione una mole eccessiva di informazioni, soprattutto all’interno della seduta, potrebbe dimostrarsi addirittura fuorviante, senza considerare che, come ogni dispositivo da polso, senza un’adeguata copertura GPS i dati istantanei ricevuti risultano alterati e non veritieri. Un ulteriore svantaggio che tali dispositivi comportano è il fatto che a volte si possa perdere il controllo delle sensazioni percepite, del piacere di correre e allenarsi in libertà e senza alcuno stress “da prestazione”.

orologio

Personalmente, essendo un atleta particolarmente analitico, amo ricercare ogni informazione che possa risultare utile all’analisi di una seduta o alla verifica dell’andamento della programmazione. Quando possibile corro sempre munito di orologio GPS e cardiofrequenzimetro con fascia (più accurato del cardiofrequenzimetro da polso) e dopo ogni sessione, oltre a scaricare sulla piattaforma del dispositivo i dati dell’allenamento, preferisco riportare tali dati (quelli per me più significativi) su un’altra piattaforma digitale particolarmente diffusa nel mondo dello sport (“Strava”). Questa applicazione consente di tenere traccia dei propri allenamenti di corsa ma anche la possibilità di visualizzare le attività di altri atleti (coloro che scelgono di mantenere un profilo “pubblico”), percorsi già tracciati con relative note o informazioni tecniche, communities con varie iniziative ed eventi etc.

attività strava

Tuttavia, per occasioni più speciali, allenamenti particolarmente apprezzati, rilevanti e competizioni, preferisco riportare tutto anche su carta all’interno del mio piccolo quaderno personale, concentrandomi soprattutto nel trascrivere in maniera discorsiva ed empatica le sensazioni vissute, le situazioni critiche affrontate, cosa ha (o non ha) funzionato e perché. Scrivere in generale mi aiuta molto di più a rielaborare il pensiero, a instaurare un ragionamento e trarne le dovute conclusioni.


Tenere un diario personale (“sportivo” o meno) è di fatto una delle terapie naturali più potenti contro insicurezza, confusione, stati d’animo altalenanti, perdita della concentrazione e stress.

diario sportivo

È anche un grande facilitatore della memoria perché ti invita, ti suggerisce, ti stimola a riflettere su quello che ti è accaduto per ricercare un po’ più a fondo le parole da utilizzare e definire meglio quello che effettivamente hai percepito; ti mette di fronte ai tuoi limiti o alle tue ambizioni, ti aiuta a ricordare cosa per te è importante e perché lotti ogni giorno per ottenere quel qualcosa.

In sintesi, per me, la combinazione delle due modalità di registrazione delle informazioni è quella che risulta essere più completa ed efficace.

Ilian Angeli

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