
La nuova frontiera della maratona
Il giorno 8 ottobre 2023 è stata siglata una nuova miglior prestazione mondiale, quelle da sottolineare con penna rossa, che spostano gli equilibri, che segnano la storia della corsa su strada e per essere precisi dell’universo maratona.
No, non è ancora il sotto due ore, ma adesso siamo davvero ad un battito di ciglia.
Kelvin Kiptum ha saputo decifrare al meglio i 42195 metri di Chicago fermando il tempo a 2h00’35”.
Tempo mostruoso, ma che oramai sorprende solo in parte. Per anni abbiamo faticato a scendere sotto i 3′ al km in maratona adesso è una discesa a rotta di collo.
Nel 1988 Dinsamo approdò a 2h06’50” a Rotterdam, sembrava l’inizio di una nuova era invece seguirono dieci anni di sosta, nessun miglioramento e poi…si è scatenato l’uragano maratona.

La maratona improvvisamente è diventata una gara veloce, da aggredire tutta d’un fiato. La resistenza pura è passata in secondo piano. Rimane importante quell’aspetto, ma non più decisivo per strappare grandi crono. Attenzione, sto parlando dei super top runner, per quelli da 2h ed un sospiro in più.
Il secondo crono al mondo attualmente è del “molto probabilmente” più grande interprete di maratona sino a qui e parliamo di Eliud Kipchoge con il suo best di 2h01’09” colto a Berlino il 25 settembre 2022.
Per lui doppio titolo Olimpico in maratona, ma anche campione mondiale dei 5000 metri ad inizio carriera. Semplicemente immenso. Kipchoge fu capace anche del sotto 2h a Monza in condizioni favorevoli al punto da essere fuori omologazione. Il terzo uomo di sempre in maratona è Kenenisa Bekele con 2h01’41” siglato a Berlino il 29 settembre del 2019. Bekele con una scorta di record e titoli in pista, nato atleticamente sotto l’ala di un uomo che di talento ne era ridondante: Haile Gebrselassie.
Da dire che le prestazioni hanno “svoltato” già da tempo considerando che Dennis Kimetto corse sotto le 2h03′ a Berlino il 28 settembre del 2014 (2h02’57”).
Progresso da paura quello della Assefa, però se guardiamo al 2h15’25” ottenuto da Paula Radcliffe nel lontano 13 aprile 2003 a Londra, non ci sarebbe neanche tanto da stupirci. Tuttavia da sottolineare che la prestazione della Radcliffe ad inizio anni 2000 impressionò il mondo per quel tempo mostruoso.

Progressi ed ancora progressi. Il mondo dello sport non si ferma ed è un bene, ma a quale prezzo?
Cosa incide in questo continuo modificarsi dei valori? A cosa attribuire concretamente questo spostamento dei limiti in avanti?
Scarpe di nuova generazione? Metodologie innovative? Integrazione al limite del consentito?
Verrebbe da dire tutte queste cose insieme…
Le scarpe probabilmente sono fuggite ad una forma di controllo seria e creare un guadagno di 2/3 secondi, ma anche più, ogni 1000 metri non credo sia così complicato se non ci sono regole precise ed attente.
Ecco che giustificare un miglioramento di qualche minuto nel tempo finale di maratona sembra cosa fatta.
Questo anche perché il miglioramento non è cosa di uno o due fuoriclasse. Oramai sono decine gli atleti che corrono ampiamente sotto i 3′ al km.
Scarpe però che vanno concretamente a creare prestazione per chi corre a determinati ritmi e per un tempo limitato (2h/2h30′). Difficile pensare ad una particolare utilità prestativa per chi sta sulle gambe in maratona per un tempo doppio rispetto ai top runners.
Le metodologie e l’attenzione ai sistemi di allenamento va sicuramente ad affinarsi, ma non vedo novità degne che possano spiegare questo enorme balzo in avanti.
Riguardo la cura del proprio corpo adesso abbiamo sistemi sicuramente molto efficaci. Monitorare e mantenere i valori in asse è sempre più semplice per tutti.
Se invece pensiamo ad altro (doping) è bene fermarci, in questo pezzo è inutile aprire a sospetti. Non potremmo argomentare con la dovuta conoscenza. Speriamo sempre che lo spirito sportivo possa prevalere su tutto. Un’illusione diranno in tanti, ma se continuiamo a fare sport, dobbiamo credere al pulito e combattere con perseveranza chi bara. Senza ipocrisia, ma isolando atleti e dottori senza morale. Semplicemente denunciando.
Massimo Santucci
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