
Coppa Europa di Cross per Club: approdo e coloritura.
(il racconto di Massimo)
Raccontare un’esperienza è come fissare in parole ciò che è stato, ma ancor prima, ciò che si è provato.
In questo caso il tutto viene mosso da una trasferta con la mia società: Orecchiella Garfagnana.
In questo caso il tutto viene mosso da una trasferta con la mia società: Orecchiella Garfagnana.
Grazie al podio ottenuto agli Italiani di Cross arriva il pass per la Coppa Europa per Club di Cross. Teatro della manifestazione è il complesso sportivo Jamor di Oeiras, località ad un passo da Lisbona. Si vola verso il Portogallo consapevoli di andare a vivere emozioni forti.
La squadra ha una storia molto lunga e tanto ricca, ma se guardiamo l’orizzonte femminile parliamo di un progetto che ha preso corpo nel 2016 e che nel volgere di un attimo ci ha catapultati in Europa.Le ragazze schierate sono 4 come da regolamento. Si racchiude tanto nei loro nomi, nelle loro storie, nei loro sogni.
Si viene in Coppa non solo per raccogliere un premio per quello che si è fatto sin qui.
L’obiettivo è entrare nella top ten continentale.
Tutto vola.
Ogni cosa si consuma con rapidità. Le operazioni in hotel, i pasti, le passeggiate, le confidenze, le strategie, il divertimento.
Tutto, ripeto, vola.
La squadra ha una storia molto lunga e tanto ricca, ma se guardiamo l’orizzonte femminile parliamo di un progetto che ha preso corpo nel 2016 e che nel volgere di un attimo ci ha catapultati in Europa.Le ragazze schierate sono 4 come da regolamento. Si racchiude tanto nei loro nomi, nelle loro storie, nei loro sogni.
Si viene in Coppa non solo per raccogliere un premio per quello che si è fatto sin qui.
L’obiettivo è entrare nella top ten continentale.
Tutto vola.
Ogni cosa si consuma con rapidità. Le operazioni in hotel, i pasti, le passeggiate, le confidenze, le strategie, il divertimento.
Tutto, ripeto, vola.
Siamo già ai cancelletti per lo start. Il cuore perde il controllo. Un flash sulle aquile in gara.
Clementine, una mamma che viene dal Ruanda, ha il compito di dare un apporto sostanziale alla squadra e lo fa fino in fondo. Potrebbe sviluppare ritmi ancora maggiori, ma non è all’apice della forma. Ci andrà. Chiude con grinta difendendo la posizione con i denti.
Pochi spiccioli di secondi più tardi irrompe sul traguardo il nuovo innesto in casa Orecchiella: Ilaria. Il suo talento è pieno di colori. La sua testa irriga la classe pura che possiede. Una gara senza dispersioni. Raccoglie per strada avversarie su avversarie fino a divorarsi il rettilineo d’arrivo con falcate imperiose.
Adesso c’è quel piccolo battito di ciglia in cui passano secondi che segnano sentenze. Abbiamo la necessità di scorgere sul rettilineo Annalaura e Cecilia. Ci sono respiri profondi ed a seguire sorrisi. Sì, sorrisi perché le fantastiche due non si fanno attendere. Eccole. In quell’ordine, ma quasi in simultanea sull’arrivo.
Annalaura che non perde mai la bussola. Sa sempre esserci. La squadra è nata sulle sue spalle. Sa donare esperienza con intelligenza ai nuovi ingressi aiutandoli a crescere. Tuttavia ha ancora molto da dare sul campo e dovrà spingersi a praticare un sottile egoismo, dote degli atleti più forti sempre assetati di successi. Solo la sfortuna (interventi), le ha impedito di fare ancora un salto di qualità per accrescere un valore già immenso. Incrociamo le dita.
E poi Cecilia.. un’atleta molto giovane che già da tempo veste la maglia azzurra della corsa in montagna. Ma non solo vette, Cecilia sa assolutamente dare del tu anche alla corsa campestre. Nessun dubbio, il suo potenziale è un fiore che ancora deve mostrarsi in tutta la sua bellezza.
La gara adesso è conclusa.
La classifica dice: Orecchiella Garfagnana sesta squadra in Europa! Prima squadra italiana!
La classifica dice: Orecchiella Garfagnana sesta squadra in Europa! Prima squadra italiana!
Della dirigenza e degli accompagnatori non occorre parlare, la vetrina è fatta per gli atleti. Sono loro che esprimono prestazione e quando quest’ultima si eleva regala eleganza e stupore. Ogni risultato di eccellenza scatena luci uniche.
Ma in questa occasione bisogna doverosamente utilizzare due righe per Marco Giannotti. Non si è potuto unire alla trasferta, ma non per questo non è stato in trasferta. Marco è colui che è sempre in cabina di regia. È lui che muove i fili. L’orchestra probabilmente lo segue bene, ma è il direttore che ha in mano il destino di ciò che accade. Lui sa dare carica, direzione ed ascolto.
Il racconto si chiude qui. Siamo sul volo di rientro. La notte ci accoglie. Il flusso di pensieri verrà presto archiviato. Fra poche ore saremo immersi nel vortice degli impegni quotidiani.
Un po’ nostalgici dei giorni vissuti che di fatto appartengono già al passato, ma anche un po’ più ricchi.
Non certo di denaro, l’atletica lo contempla da sempre solo marginalmente, ma di emozioni. Le gare vissute rimangono dentro, non si perdono mai. Basta aprire la scatola dei ricordi per ritrovarne l’essenza.
Un po’ nostalgici dei giorni vissuti che di fatto appartengono già al passato, ma anche un po’ più ricchi.
Non certo di denaro, l’atletica lo contempla da sempre solo marginalmente, ma di emozioni. Le gare vissute rimangono dentro, non si perdono mai. Basta aprire la scatola dei ricordi per ritrovarne l’essenza.
Massimo