
La gazzetta di Clara ep. 3
Ricordo come fosse ieri, il 31 Ottobre di quest’anno (2022).
La sveglia doveva ancora suonare e io ero praticamente già pronta per uscire fuori dalla porta. Il mio corpo era effervescente e attivo.
Era arrivato il giorno, il giorno della maratona di Francoforte.
Quest’anno per la seconda volta avevo seguito la preparazione della maratona della mia “Laufschwester” (sorella della corsa) Tania giornalmente. In bici, di corsa o semplicemente con un messaggio ero sempre aggiornata sulle sue attività. Come nel 2017, non potevo neanche questa volta che seguire la gara con tutta me stessa. Alle ore nove ero al luogo della partenza dove mi venne consegnato un pass per allenatori per poter aver accesso alla zona arrivo. Il piano era già stato sfilato la settimana precedente. Io sarei stata presente ai seguenti chilometri:10, 15, 20, 25 e 30. Dal 30 in poi era previsto l’arrivo dell’allenatore, poi, noi, ci saremmo riviste all’arrivo. Il mio compito era essere presente alle stazioni di rifornimento con gel e acqua nel caso uno di questi non funzionasse, dato che gli atleti Elite possono consegnare le proprie bottiglie il giorno prima ma è sempre possibile che qualcosa vada storto.
Due persone si aggregarono al mio piano di battaglia cosicché il team era composto da tre amici e tre bici. Eravamo tutti e tre elettrizzati e consapevoli della forma smagliante di Tania. Dopo lo start sfrecciammo verso il decimo chilometro dove vedemmo passare anche la testa del gruppo. Poi arrivarono Tania e due ragazzi della nostra squadra che passarono con un bel sorriso, erano veloci, un po’ più veloci del previsto. Tornammo in sella, prendemmo il metrò e poi ci fiondammo al km 15, che fra tutti era il più complicato da raggiungere in tempo. Io riuscii ad arrivare nel settore rifornimento, a tirare fuori dalla borsa gel e acqua appena prima che arrivasse il gruppetto con Tania. Una volta finita questa azione, continuai a pedalare insieme agli altri. Andammo al lungo Meno e con tempo da record si arrivò al km 20 e al 25, per poi poter tornare a respirare per arrivare al trentesimo chilometro.
Fin lì tutto bene, tutti i rifornimenti avevano funzionato. Lo sguardo concentrato di Tania al km 20 era tornato ad essere fresco al km 25. C’era un calo temibile. Quel giorno le temperature erano alle stelle. Piuttosto che autunno sembrava estate. Alle 11:30 c’erano 20 gradi. Pazzesco. Tante persone si fermarono, il tempo di arrivo di Tania aumentava e si allontanava dal tempo allenato, prestabilito e tanto sperato. Dopo averla persa di vista per gli ultimi 10 chilometri, apparve all’arrivo. Era sorridente, smagliante e solare. Nell’abbraccio mi disse: “Schwesterherz (sorellina), mi sono venuti i crampi”. Tanto sole, poca acqua. Una maratona è sempre un puzzle di mille componenti, tante di queste sono anche imprevedibili. Una maratona è sempre una lezione di vita. Ed è così che quel giorno tornai a casa con un pensiero molto positivo: “Apprezza ogni risultato, ogni istante. Tania, è questo sorriso che hai mostrato oggi per l’ennesima volta che ti rende così forte e speciale”.
Clara
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