
Correre proietta senz’altro in un’altra dimensione.
Già dalle prime falcate abbiamo la sensazione di entrare in un mondo tutto nostro: il cuore aumenta i battiti, il sudore, l’affanno, percorsi nella natura che ci rimettono in sintonia con il primordiale. Tuttavia c’è una pratica diffusissima, associata alla corsa, che ci proietta ancora più lontani dalla routine: la musica.
Con la musica nelle orecchie mentre corriamo, può essere più facile ‘distrarsi’ e non pensare alla naturale fatica dell’allenamento, ma anche immaginare di essere un famoso corridore in prossimità del traguardo di un Campionato del Mondo, (il famoso potere ‘evocativo’, che ha la musica in generis).
Anche la tecnologia si è adattata bene a questa epidemia di note, e troviamo molti tipi di cuffie, con forme particolari per non cadere dall’orecchio, per essere più comode, bracciali per portarvi gli smartphone o anche economici mp3 dal semplice utilizzo e così via. Ad un prezzo decisamente modico si possono trovare anche mp3 e cuffie impermeabili, per non rinunciare alla musica nemmeno quando si nuota in vasca avanti e indietro.
La musica può essere quindi un valido alleato in una corsa di fondo, ma bisogna ricordare il suo limite principale: quello dell’isolamento.
Molti runners utilizzano infatti percorsi in prossimità di strade, ciclabili etc. e l’avere un paio di cuffie (spesso anche a volume basso) non ci permette di sentire se sta arrivando una macchina da dietro, ad esempio. Insomma non ci da il pieno controllo di quello che succede intorno a noi, e dato che non stiamo correndo su un tapis-roulant a casa nostra o in una palestra chiusa, ciò ci espone a tutti i rischi del caso. Ci sentiamo quindi vivamente di sconsigliare questa pratica se si corre in percorsi ‘problematici’ o in cui è necessario avere la vigilanza al massimo.
Diverse ricerche sostengono inoltre che vi sia una correlazione tra prestazione e musica, ma le idee a riguardo sono molto confuse: c’è chi sostiene che riducendo la percezione dello sforzo (in pratica ‘distraendoci’), aumenta il rilassamento e induce un minor dispendio energetico, e c’è chi dice che in realtà il distrarsi dal gesto tecnico della corsa, comporti sì, una minore fatica, ma anche un calo nella prestazione.
Il risultato è che ci sono atleti che preferiscono concentrarsi sull’armonia del movimento, sul contatto con la natura, sul gesto tecnico, mentre altri preferiscono arricchirsi di un contesto musicale, come stimolo psico-fisico durante l’attività. Voi da che parte state?