Viaggio, gara, viaggio

il viaggio di Clara

La gazzetta di Clara ep. 7

Viaggio, gara, viaggio

Questo è un accostamento di parole, fatti e sensazioni che mi fanno sempre più rabbrividire. Raramente riesco a inserire un giorno di dolce far niente prima o dopo una gara. Costringo quindi le mie gambe affaticate e pesanti a rimanere bloccate. La sensazione è paragonabile a quella del mio stomaco dopo il pranzo di Natale di quando ero piccola. Era pieno e stanco. Per le cinque di pomeriggio desideravo solo un lieve movimento, una passeggiata tranquilla per tornare a casa guardando le stelle. Invece no, veniva proposto di giocare a scacchi, aprire il terzo panettone e gustare insieme i cioccolatini. Come allora faceva il mio stomaco, ora protestano i miei quadricipiti insieme ai polpacci. Sono carichi di acido lattico, di microfratture muscolari e di fatica.

Clara è in viaggio

Carrozza 23, Sedile 85, finestrino. Ѐ il posto con il tavolino. Colloco il bagaglio a mano a inizio vagone e mi dirigo con lo zainetto verso la mia condanna a sedere. Il mio corpo si sente ingessato, la pesantezza scorre dentro di me dalla testa fino ad accumularsi nei miei piedi. Mi sento tirare verso il basso. Il mio unico pensiero: “Mi voglio muovere”. Con i capelli arruffati, sguardo assonnato, naso e bocca coperti da tela bianca, chiedo al mio vicino gentilmente di uscire da quella gabbia. Non so se per paura o per pietà non vi è esitazione nella sua azione. “Ho ancora sei ore e mezza di viaggio davanti a me. Devo fare qualcosa”, gli sussurrano i miei occhi grati di comprensione. Vicino ai bagni c’è uno spazio sufficiente per fare un po’ di movimento. Sulle note di “Mi alzo sui Pedali” e la voce di Gaetano Curreri quella fatica inizia a trovare una via di fuga. Mi muovo e canto fra me e me.

“E mi alzo sui pedali, come quando ero bambino”

Mi giro mi accorgo di non essere più l’unica persona nello scompartimento che fa allungamento ed esercizi di mobilità. Sorrido. E continuo:

“Mi rialzo sui pedali, ricomincio la fatica. Poi abbraccio i miei gregari, passo in cima alla salita. Perché quelli come noi hanno voglia di sognare”.

Alleggerita e rilassata, torno a posto. Ringrazio di non essere in aereo o in macchina e sprofondo in un dolce sonno per curare il riposo.

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