
Tutti conosciamo le eccezionali doti del ginseng e i suoi benefici utili per accrescere l’energia, la vitalità, migliorare le prestazioni fisiche e mentali e proteggere dagli effetti dello stress.
Esistono diverse piante sotto il nome di ginseng, come lo Panax ginseng di origine coreano o cinese, Eleuthrococcus senticosus di origine siberiano e il Panax quinquefolium, il ginseng americano.
Nella Cina settentrionale, il Panax ginseng cresce nelle foreste sui monti, in teoria solo dove un fulmine ha colpito un corso d’acqua limpido e a scoprire la pianta fu un missionario gesuita nel 1709, che sostenne che se quella pianta poteva crescere in qualche altro luogo al mondo, doveva essere il Canada, in quanto le montagne e foreste somigliano a quelle della Cina settentrionale. Così, nel 1716 un altro missionario scoprò il Panax quinquefolium a Montreal.
Il nome ginseng, così come le altre denominazioni cinesi, non solo che traslitterazioni dello stesso ideogramma, che significa “essenza della terra sotto forma di uomo” e “radice-uomo”, perché la radice di ginseng somiglia a quella di mandragola e ha una forma vagamente umana. Per secoli, in Oriente, le radici di prima qualità sono state valutate più dell’oro.
La parola Panax, deriva dalle parole greche pan, che significa tutto, e akèia “cura” in riferimento all’uso tradizionale di ginseng come rimedio universale (termine dal quale viene anche la parola italiana panacea, cioè rimedio a tutti i mali); il termine ginseng viene dal cinese rènshēn, ossia “pianta dell’uomo”, perché secondo la teoria delle Segnature, la forma della sua radice che ricorda una forma umana.
In Cina questo celebre tonico è usato per combattere le deficienze del Qi, associate a debilitazione, insonnia, debolezza e affanno, tutti sintomi che possono essere causati da stress, malattia o invecchiamento. Negli ultimi 50 anni, più di tremila ricerche scientifiche hanno verificato la straordinaria capacità del ginseng di accrescere la resistenza allo stress psicofisico.
Definito anche un adattogeno, poiché esercita un’azione normalizzante sul corpo, che può risultare rilassante su un individuo che si sente teso e ansioso e stimolante su un altro che è stanco.
Il ginseng agisce sulla ghiandola pituitaria e stimola le ghiandole surrenali, normalizzando la loro funzione sotto stress. Aumenta l’efficacia degli impulsi nervosi, il ginseng migliora le prestazioni mentali, giova il rendimento fisico, accrescendo l’energia locale dei muscoli e allevia l’affanno.
Agisce come immunoprotettore, aumentando il numero dei globuli bianchi, ottimo per i diabetici in quanto abbassa la glicemia nel sangue, migliora l’appetito e la digestione, riduce il colesterolo dannoso e attenua le reazioni allergiche.
Contiene le saponine triterpeniche, chiamate ginsenosidi che stimolano le funzioni sessuali e aumentano la produzione di sperma. Aiuta il fegato a resistere alle apatotossine e alle radiazioni e riduce la depressione del midollo spinale negli individui sottoposti a terapie anticancro.
Si può prendere a breve termine per 3 o 4 mesi, è possibile somministrarlo agli anziani come tonico rigenerante.
Il ginseng americano, Panax quinquefolium è più rilassante e rinfrescante del Panax ginseng ed è usato in America per il trattamento della tubercolosi e usato per rinvigorire che è reduce da febbre alta e si sente spossato e debilitato.
Rimedio omeopatico: Panax.
Nei casi di affaticamento fisico e mentale, il ginseng infonde un senso di gioia, vigore ed elasticità alle membra e lucidità mentale. Ha affinità con la parte inferiore del corpo, ed è un rimedio specifico contro lombaggine, sciatica, reumatismo cronico e sovraeccitazione sessuale.
L’essenza floreale, influisce sul sistema endocrino e se usato negli oli per massaggio, accresce la resistenza fisica e aiuta a coordinare il lato spirituale con quello fisico, in quanto tonico straordinario.
L’assunzione del ginseng è controindicata in caso di ipertensione, tachicardia, palpitazioni, insonnia, ansia tremori, mal di testa e convulsioni, in presenza di gravi malattie psichiatriche, in gravidanza e allattamento.
Sono state segnalate interazioni con farmaci anticoagulanti e con la fenelzina (principio presente in alcuni psicofarmaci), con farmaci ipoglicemizzanti e insulina: di conseguenza si sconsiglia l’assunzione del Ginseng in questi casi.
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