La pipì rossa

Le urine rosse: perché?

Enrico Arcelli, nel suo illuminante libro del 1982 “Correre è bello” edito da Sperling e Kupfer, parlava già di sangue nelle urine nei corridori.

Fenomeno che allarma molti sportivi fra cui sicuramente i podisti.

È un’informazione a volte difficile da passare anche all’allenatore, riguardando una sfera intima. Dobbiamo però stare tranquilli (che non significa sottovalutare l’accaduto) e sapere che fare la “pipì rossa” non è un dramma. Vediamo alcuni concetti espressi da E.Arcelli:

QUANDO LE URINE SONO ROSSE

Talvolta il corridore si accorge che le sue urine sono rosse; può capitargli dopo una gara o dopo un allenamento intenso, soprattutto se si sono svolti in un clima piuttosto caldo.

Se questa urina viene fatta esaminare in un laboratorio, vi si trova emoglobina, mioglobina e globuli rossi. Che la mioglobina esca dalle fibre muscolari dopo uno sforzo molto intenso, di solito viene considerato quasi normale; che molti globuli rossi si rompano durante lo sforzo e che perciò si liberi emoglobina che passa poi nell’urina, viene pure accettato. Quello che molti medici trovano senz’altro al di fuori della norma, e quindi già patologico, è che nell’urina si trovino anche globuli rossi interi.

In uno studio fatto con Francesco Catanzaro, Arcelli prese sei campioni di urina da maratoneti a fine gara, quattro erano più o meno del colore della Coca Cola; in essi l’emoglobina e i globuli rossi erano abbondantissimi. Anche negli altri campioni c’erano emoglobina e globuli rossi in quantità decisamente anormale.

Due giorni dopo rifacemmo gli esami agli stessi soggetti: l’urina era totalmente nella norma.

Come mai allora dopo la gara era tanto alterata da far pensare a una malattia dei reni?

Secondo il dottor Catanzaro, il meccanismo è più o meno questo: se un atleta corre piano, la quantità di sangue che passa dai suoi reni è maggiore che a riposo; se però corre piuttosto forte, a una velocità alla quale la grande maggioranza del sangue deve venire inviata ai muscoli, allora succede che i reni ricevono meno sangue che a riposo; di conseguenza nei glomeruli renali (quelle specie di gomitoli costituiti da molti capillari, dai quali filtra l’urina di prima formazione) vi è una piccola carenza di ossigeno alla quale segue, se l’impegno dura a lungo, una dilatazione dei capillari stessi, dalla cui parete possono uscire i globuli rossi. Subito dopo la corsa, quando non è più necessario che il sangue venga canalizzato preferibilmente verso i muscoli degli arti inferiori, tutto torna a posto.

Se dunque, vi capita di vedere le urine rosse, non spaventatevi: non spaventatevi neppure se il vostro medico, dopo che gli avete mostrato un esame delle urine da cui si constata che nel sedimento i globuli rossi sono moltissimi, avanza la possibilità che abbiate qualche malattia delle vie urinarie. Ripetete piuttosto l’esame delle urine dopo un giorno di riposo; se permane l’ematuria, sottoponetevi a quegli accertamenti che appurino se avete un calcolo o qualche altra malattia.

Come vedete non bisogna disperarsi in presenza di urine rosse, ma solo valutare il fatto. L’impressione è brutta quando accade e tende a spaventare il podista, ma fa “parte del gioco”.

Quindi nessuna paura se accade solo occasionalmente, nei casi dove c’è invece frequenza meglio far valutare da un medico sportivo o un urologo.

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