
Distanza, velocità e frequenze cardiache… “Secondo il tipo di utilità si dovranno muovere i fili giusti. Non sempre la maggiore velocità dà i risultati migliori, basta sapersi muoversi nel rispetto del periodo che l’atleta sta svolgendo. Nel fondista è spesso utile lavorare a pari velocità anche con il ridursi della distanza delle ripetute.”
Le 3 grandezze: distanza, velocità e frequenze.
Prendiamo a riferimento un allenamento per vedere come si lavora su tre tipi di grandezze variabili.
Come 3 grandezze intendo:
. distanza
. velocità
. frequenza cardiaca
Schema dell’allenamento compiuto:
– Corsa
– 3×300 metri
– 3×200 metri
– 3×100 metri
– Tutte le prove con 1’30” di recupero correndo
– Il recupero fra le serie sempre di 1’30”
– Corsa
Ecco la tabella nel dettaglio:
|
Distanza |
Tempo |
Frequenze |
|
300 |
1’00”5 |
162 |
|
300 |
1’01”2 |
168 |
|
300 |
|
171 |
|
200 |
37”8 |
166 |
|
200 |
38”9 |
165 |
|
200 |
38”2 |
168 |
|
100 |
18”5 |
155 |
|
100 |
17”9 |
159 |
|
100 |
|
156 |
Si nota come sulle distanze dei 200 e
– parità di riferimento cardiaco nel rispetto del rapporto distanza-velocità.
Si nota che nei
Dobbiamo quindi considerare che volendo lavorare in un ambito di sollecitazione cardiaca c’è da compiere frazioni di almeno
Nell’allenamento riportato ci sarebbe dunque un errore di proposizione se la sua finalità fosse quella di cercare un intreccio di lavoro cardiaco, muscolare ed energetico. Bisogna però ricordare che questa scaletta a decrescere è stata inserita non cercando di coinvolgere oltremodo il meccanismo cardiaco, bensì una ricerca d’attivazione muscolare riguardo alle fibre veloci.
È per questo motivo che in sede di sessioni di interval training friburghese si propongono frazioni che vanno quasi sempre dai 200 ai
L’allenamento preso in visione ci suggerisce come nello spazio di pochi secondi d’impegno fisico si possono andare a toccare meccanismi molto diversi tra loro. Un aspetto che gioca un ruolo fondamentale in queste sedute, riguarda la durata e l’intensità del recupero. In quest’ottica è stato cercato nella seduta presa in esame un tempo ed una qualità del recupero piuttosto leggero.
Interessante è capire la giusta calibratura del recupero perché darà all’allenamento risultanze completamente differenti.
Intendo dire questo:
– proposta 1: 8×400 metri in 1’20” con recupero di 1’30” + 5×200 metri in
– proposta 2: 8×400 metri in 1’20” con recupero di 1’30” + 5×200 metri in
– proposta 3: 8×400 metri in 1’20” con recupero di 1’30” + 5×200 metri in
Vediamo come nella prima proposta si lascia la solita velocità d’esecuzione su entrambe le distanze, ma è dimezzato il tempo di recupero.
Nella seconda proposta si accelera l’andatura di
Nella terza proposta sono stati proposti i

In base alle 3 grandezze e vale a dire distanza, velocità e frequenze (sulle quali influisce molto la modalità nella quale è eseguito il recupero fra le varie frazioni) si dovrà studiare la specificità dell’allenamento.
Secondo il tipo di utilità si dovranno muovere i fili giusti. Non sempre la maggiore velocità dà i risultati migliori, basta sapersi muoversi sapientemente nel rispetto del periodo che l’atleta sta svolgendo.
Nel fondista è spesso utile lavorare a pari velocità anche con il ridursi della distanza delle ripetute. Il recupero rimane di solito a giocare un ruolo fondamentale sull’ottima riuscita dell’allenamento. Comprimere piuttosto che velocizzare, è questo un rapporto spesso utilizzato dal tecnico nella preparazione dei cicli di lavoro estensivi.

