
La gazzetta di Clara ep. 42
Sono le otto di mattina, sono in bici e il mio umore oggi può solo migliorare. È ormai da qualche giorno che i miei pensieri non si fermano. Ho difficoltà a staccarli dal lavoro. Seppur ci siano costantemente eventi positivi nelle mie giornate lavorative, la mia concentrazione rimane su quelli negativi. Penso a come poterli evitare, a dove io abbia sbagliato e nel mentre sento il mio corpo che si contrae sempre di più. Il solo rendermene conto mi fa tirare un sospiro di sollievo e riflettere: “Se riesco a osservare la situazione dall’esterno per qualche secondo, riesco sicuramente a farlo anche per un periodo di tempo più prolungato”. Prendo i pensieri negativi dai quali ho imparato qualcosa e li metto da parte. Rivolgo quindi la mia attenzione su quello che sto facendo e pedalo, pedalo, pedalo. Osservo il prato, il cielo, gli alberi e sorrido.
Per concludere questo capitolo, come un fulmine a ciel sereno, ecco un altro pensiero che mi assale dicendo: “è giusto sbagliare“. Questo pensiero mi da calma e serenità e mi aiuta a guardare avanti.
Se non altro, nel lavoro come nella vita privata o nello sport si fanno delle scelte che portano a risultati negativi inattesi. Magari avevamo ansia, paura o eravamo semplicemente tristi e abbiamo preso una decisione troppo affrettata, rischiosa o imprudente. A tutti capita di fare scelte che portano a conseguenze che vengono chiamate errori. Esempi possono essere il fare un allenamento quando si è stanchi e causa poi affaticamenti o lesioni muscolari o, ancora, correre con scarpe troppo vecchie o troppo strette e infortunarsi a un piede. Talvolta capita di chiudere l’uscio di casa e scoprire con raccapriccio di essere rimasti chiusi fuori. Ancora, si possono dimenticare le cipolle sulla brace ardente per poi trovarle belle bruciacchiate e via dicendo. Inevitabilmente, una volta conosciuta la conseguenza con la quale ci si confronta, sorgono rabbia, tristezza o sentimenti di delusione e frustrazione. Non sono però forse proprio gli errori che ci aiutano a crescere? Non sono forse loro il nostro tesoro più grande? Gli errori sono quindi normali, inevitabili e fisiologici. Perché quindi non considerarli in qualche modo giusti anziché sbagliati?
Qualsiasi percorso di uno sportivo e di un atleta è costellato dai cosiddetti errori, che possono causare infortuni, delusioni, cadute o sconfitte. L’errore è spesso un elemento prezioso e complesso, come un caleidoscopio è formato da numerosi elementi anche diversi tra loro quali emozioni, pensieri, persone, oggetti, o circostanze. Per contro la loro corretta metabolizzazione porta sovente a cambiamenti, rinascite e rivincite. Se ho imparato qualcosa da ogni evento negativo è stato fare tesoro di quell’esperienza e trovare la forza per andare avanti.
Allargando inoltre il campo di osservazione, personalmente ritengo che le lezioni che vengono dall’attività sportiva siano utili per affrontare con maggior forza e leggerezza situazioni quotidiane, lavorative e personali. Penso ai miei errori che spero di non ripetere, ne farò degli altri che mi insegneranno qualcosa di diverso, arriverò forse al punto in cui non sbaglierò più o in cui i miei errori avranno ricadute minime. Mi accorgo di avere pensato tanto ma strada ne ho fatta poca, quindi rinnovo gli sforzi, spingo sulla bici e pedalo, pedalo, pedalo.

Clara
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