Allenamenti fantasma

 “…sono utili per aprire il motore, per richiamare tutte le qualità e renderle disponibili per la competizione che si svolgerà a breve. Si tratta d’allenamenti che mettono nelle condizioni di esprimersi nella pienezza dei valori presenti in quel periodo…”

Allenamenti fantasma

di Massimo Santucci

ALLENAMENTI INVISIBILI

Gli allenamenti fantasma o invisibili, chiamati così un po’ curiosamente, sono quelli che servono per dare prontezza prestativa a tutti gli elementi necessari per ottenere la performance massima.

Sono utili per aprire il motore, per richiamare tutte le qualità e renderle disponibili per la competizione che si svolgerà a breve.

Si tratta d’allenamenti che mettono nelle condizioni di esprimersi nella pienezza dei valori presenti in quel periodo.

Potremmo affermare che è come se fosse fatto l’appello, in pratica tutto quello che si è sviluppato nelle ultime settimane sarà richiamato e dovrà rendersi disponibile in tutta la sua pienezza.

Fantasma perché si parla d’allenamenti che sono utili sul momento, ma poi non lasciano traccia dei propri benefici.

In pratica danno i loro frutti solo nell’immediato. Andandoli ad analizzare in futuro, non troveremmo segnali concreti di condizionamento fisico.

Avviene, infatti, che il corpo abituato agli allenamenti, non è in realtà pronto per dare gas in modo pieno e continuato.

Gli allenamenti lenti, medi o frazionati, hanno innescato adattamenti, ma ancora non si è cercato di rielaborarli in sistema qualitativo-qualitativo.

Ecco quindi che saranno necessarie, ma non sempre, delle prove di sintesi “secche”, corse a velocità che possono essere superiori a quelle del ritmo gara.

C’è bisogno di una prova veloce, ovviamente dalla lunghezza inferiore alla distanza gara, ma che ha un sufficiente sviluppo per condizionare l’organismo nella sua pienezza.

La lunghezza che sarà corsa, dovrà essere limitata, da fare in modo che sia recuperabile in un intervallo relativamente breve, creando condizionamenti specifici che si andranno ad esaurire nell’arco di pochi giorni. In sostanza aiuta le gambe a liberarsi in modo che possano girare con produttività ad alti ritmi.

In effetti, una prova singola, in genere lascia le gambe buone perché non essendoci vari periodi frazionati è più facile ricavarne ottime sensazioni.

Di solito è l’alternanza continua degli stimoli all’interno della seduta che crea delle difficoltà di smaltimento delle produzioni anaerobiche.

Si parla nel caso di proposizione di questo tipo d’allenamenti, di sedute di preparazione alla gara, ma che in realtà non servono ad accrescere la condizione generale.

In sostanza si tratta d’allenamenti che permettono di poter disporre in gara di tutto quanto si è costruito in allenamento.

Bisogna quindi non guardare con diffidenza gli allenamenti che apparentemente sono privi di logica costruttiva.

Arrivato il momento di raccogliere, non bisogna guardare al progetto di base, c’è soltanto da raggiungere l’apice.

Ciò sarà possibile solo attraverso la conoscenza dell’atleta e al suo modo soggettivo di trovare il picco di prestazione.

Lasciar andare via le gambe veloci, senza freni, per una durata sufficientemente lunga, ma non tale da svuotare il patrimonio energetico, risulterà la carta vincente per accedere ad elevati picchi di rendimento.

Vediamo in modo indicativo le distanze più appropriate da proporre nell’allenamento “fantasma” rispetto alla distanza gara.

Ultima precisazione è quella di inserire queste prove ad una minima distanza dalla gara. Bisogna lasciare il tempo di avere un recupero pieno da quest’allenamento, ma niente più perché se ne verrebbero a perdere i benefici.

          600 metri massimali per gara di 800 metri

          1000 o 1200 metri forti per gara di 1500 metri

          3000 metri veloci per gara di 5000 metri

          5000 metri forti in proiezione gara di 10 km

          10 o 12 km forti per finalizzare la mezza maratona

          Mezza maratona veloce in preparazione maratona

Un’alternativa alle prove uniche, può essere costituito dall’utilizzo di sedute a scendere.

Per avere una gamba molto brillante in gara, può essere utile l’utilizzo di scalette.

Pur essendo allenamenti frazionati, se sono correttamente eseguiti regalano un’ottima condizione muscolare.

Due tipi di scalette classiche per gare di 10-12 km sono ad esempio queste:

          3000 m + 2000 m + 1000 m a ritmo gara con recuperi moderatamente ampi

          2000 m + 2×1000 m + 4×500 m con recupero a larghezza media a decrescere

Correndo queste distanze a ritmo gara con un recupero non troppo stretto per escludere pericolosi accumuli, si otterrà senz’altro un massaggio muscolare su ritmi che fanno da introduzione e ripasso a quello che accadrà in gara.

E ALLENAMENTI MASCHERATI

Nella categoria degli allenamenti non “percepibili” possiamo inserire quelli mascherati, in altre parole che hanno sembianze nascoste.

In questo caso si parla d’allenamenti utili alla costruzione generale, ma che all’occhio non hanno un’identificazione precisa.

Questo verrà utile per raggiungere scopi senza richiedere un impegno mentale, quando le risorse psichiche non sono al meglio.

A volte una seduta di 6×1000 metri, può essere vista con timore, mentre proporre una seduta di 6×3’ o 6×4’ secondo il valore del singolo, è vissuta diversamente sotto il profilo emozionale.

Accade spesso che le sedute senza un controllo effettivo della distanza, siano corse in modo molto efficace.

Mi è capitato di proporre questi tipi d’allenamento:

          7 km alternando 2’ molto veloci ad 1’ a ritmo medio

          5 km alternando 1’ veloce a 30” a ritmo lento

 In realtà il primo sarebbe stato un allenamento di 600 metri al ritmo di 3’15/20” con recupero di 200 metri a 3’50/4’ al km.

Al termine l’atleta in questione ha finito la seduta in 23’56” e vale a dire ad una media al km di 3’25”.

Nel secondo caso l’atleta ha corso dei 300 metri con recupero di 100 metri riuscendo ad avere un tempo sui blocchi di 400 metri di 1’30” e vale a dire di 3’45” al km e chiudendo il 5000 metri in 18’45”.

Consideriamo che sono stati corsi in pratica 13×300 metri all’interno dei 5 km e volendo ampliare questo gioco di velocità si può arrivare ad 8 km totale di lavoro specifico.

Teniamo conto che atleti di buon livello corrono nel minuto ben più di 300 metri e nei 30” di recupero più di 100 metri, arrivando così a compiere sedute “elastiche” con medie finali ragguardevoli.

Tornando al primo esempio; ho preferito non dare distanze precise all’atleta perché venendo da un periodo difficile, avevo il timore che in un allenamento nel quale la fatica prende corpo e mente, potesse arrivare alla decisione di fermarsi.

Eseguendo invece la sessione d’allenamento libero da vincoli e vale a dire 2’ forti e pensando nel minuto a recuperare facendosi correre via veloce, non ha avuto assolutamente problemi.

Pensate bene, avete mai visto un podista fermarsi durante un fartlek?

Penso che raramente accada, mentre durante allenamenti di ripetute è un fatto che succede diverse volte.

Con questo non voglio affermare che sia meglio proporre variazioni al posto delle frazioni misurate, ma di prenderle in considerazione qual ora se ne valuti l’utilità.

GLI IMPROVVISATI

Capita nel corso dell’allenamento di sentirsi deboli o non efficienti e di conseguenza scegliere di non eseguire la seduta di qualità in programma a favore di un semplice allenamento di corsa lenta.

La seduta in programma sarà slittata al giorno successivo in regime di programma flessibile; se i giorni invece sono obbligati poiché vi è a ridosso una gara, la scelta dovrà essere netta. L’atleta e il suo tecnico dovranno capire se è meglio tagliare la seduta o se eseguirla in termini diversi.

In questi casi bisogna saper decidere in tempi rapidi ed improvvisare nel corso dell’allenamento una seduta alternativa.

È senz’altro consigliabile inserire un allenamento di variazioni in corsa sul modello del training programmato.

Questo va cercato senza rilevare tempi ne spazi, in modo da essere liberi di calibrare il carico in base alle sensazioni di quel giorno.

Nel caso si improvvisi non si deve mai perdere di vista cosa sarebbe richiesto quel giorno in termini di adattamento e quindi decidere se è meglio riposare o se aggiustare la seduta sulla linea di quanto previsto.

Improvvisare in allenamento non significa inserire stimoli senza senso, ma cercare di rendere allenante qualcosa di modificato rispetto alla seduta originale.

Pubblicato su Podismo e Atletica

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