Sveglia alle 6:30 del 25 dicembre

La gazzetta di Clara ep. 63

Trilogia “Bolle di pressione” – Testo 2

Il 20 dicembre, Sofia fissa il suo piano di allenamento con la stessa attenzione con cui si tenta di risolvere un cubo di Rubik. Il 26 c’è in programma un allenamento intenso. Ma sarà anche una giornata intera di viaggio. È chiaro fin da subito: non si può fare, va spostato. Ogni spostamento cambia l’intero equilibrio, e trovare la combinazione giusta richiede concentrazione e pazienza. Scorre la settimana avanti e indietro, cercando spiragli nei giorni, margini negli orari, spazi tra i pasti e le partenze.

Pensa, pensa, pensa.

Alle undici si parte per il pranzo dai parenti. Si tornerà tardi, a pancia piena e gambe molli. L’unica possibilità è allenarsi prima. Partire alle 8:30 sarebbe l’ideale. Due opzioni affiorano, come pietre in mezzo alla piena. Sofia scrive al suo allenatore per un confronto. Quando arriva il via libera alla seconda alternativa, si ritrova a sussurrare, con un sorriso ironico:

 “Perfetto. Allenamento il giorno di Natale. Sveglia alle 6:30”.

Con un po’ di esitazione, spiega il suo piano agli altri. Sente di essere il solito pesce fuor d’acqua: quella che, anche a Natale, organizza la giornata in base alla tabella. Ma lo fa con garbo, sfilandosi dalla festa del mattino, rientrando giusta per il pranzo. L’allenamento richiede disciplina, certo. Ma anche un contesto che comprenda e sostenga. La vigilia è quasi terminata. Il pigiama è indossato, l’albero brilla nel salotto. Sofia si muove tra le stanze, accompagnata da una musica soffusa da piano bar. Imposta la sveglia alle 6:30.

Il risveglio è immediato, lucido. La testa sa già tutto. Questo pensiero così pronto, così nitido, la sorprende. Ma prima che la razionalità prenda il sopravvento, un sogno torna a farsi vivo: era con sua sorella Mandorla, in una sala da tè, mentre sorseggiavano una bevanda profumata. Chiude gli occhi un attimo in più, cercando di trattenere quel sogno e di viverlo ancora un po’. La colazione è pronta, dolce e intensa nei suoi profumi. Il fuoco scoppietta nel camino. Dalla veranda si vede la brina che ricopre i campi. La natura si prepara all’alba. Sofia si prende un momento, respira. I suoi occhi brillano, grati. Un rumore alle sue spalle. Mandorla entra in salotto. Sofia le sorride, tenera: “Joyeux Noël, ma Tartiflette.” Mandorla scruta con sguardo arcigno il salotto già occupato. Ama i suoi momenti di quiete mattutina, da sola. Ma davanti a quel sorriso non può che sciogliersi. Ricambia il saluto, si accomoda. D’altronde, non solo gli atleti si alzano presto. Le due ore scorrono in un silenzio dolce e caloroso, tra mobility, letture, parole sussurrate. Quando l’orologio segna le otto, è tempo di prepararsi.

Vista del cielo al crepuscolo con luci appese, la luna visibile e alberi in lontananza. Sofia pronta per il suo allenamento.

Sofia ripassa mentalmente l’allenamento e le tempistiche, saluta, chiude la porta. Mentre il freddo le punge le guance e il cuore batte già più forte, sente di nuovo quella leggerezza tornare. Tutto andrà bene.

Clara

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