Brendon Stubbs: uno studio da percorrere pt.2

Studi Brendon Stubbs

Ben ritrovati con la seconda parte del nostro approfondimento sulle ricerche fatte da Brendon Stubbs in merito al legame tra movimento e benessere mentale.

Se vi ricordate avevamo visto insieme che bastano 15 minuti al giorno di attività fisica per avere uno State of Mind Index più elevato.
Insomma, muoversi permette di stare meglio sotto molteplici punti di vista.

Non è tutto rose e fiori però. Lo studio lancia un allarme evidenziando bassi livelli di attività fisica – e quindi uno scarso livello di benessere mentale e psicologico – soprattutto tra le generazioni più giovani.
Per quanto riguarda l’Italia i dati non sono così entusiasmanti.
Urge una piccola riflessione che affronteremo in questa parte. Seguiteci!

Differenze tra generazioni sostanziali ed evidenti

Come detto in precedenza, non tutte le generazioni fanno movimento sufficiente per avere un benessere mentale adeguato. Vediamo qualche dato.

In una settimana gli over 57 (i cosiddetti ‘baby boomer’) svolgono, mediamente, un’attività fisica di quasi un’ora (53 minuti circa) e si muovono molto di più della fascia generazionale che comprende giovani di età tra i 18 e i 24 anni (Generazione Z).

Ben il 54% della popolazione mondiale degli over 57 pratica sport costantemente con un, conseguente, benessere mentale. Questa fascia ha riportato un punteggio medio di 67/100.
Per quanto riguarda la Generazione Z, invece, solamente il 45% della popolazione globale fa attività fisica regolarmente. Ne consegue un punteggio medio di State of Mind più basso e che si attesta a 59/100. Una differenza non trascurabile.

La situazione in Italia

E nel nostro paese ci muoviamo a sufficienza?
Potremmo dire di no. L’Italia risulta essere, tra i paesi presi in considerazione, uno degli stati con il più basso State of Mind Index e livelli di attività. Un esempio significativo e concreto potrebbe essere questo: solamente il 29% delle persone nel nostro paese può essere considerato attivo contro il 67% della Spagna (la nazione che risulta essere al primo posto di questo campione).

Gli individui che svolgono attività fisica hanno ottenuto un punteggio di 62/100; più alto rispetto alla popolazione inattiva (55/100) ma più basso rispetto alla media globale (68/100).
Pure i punteggi attribuiti per generazioni tendono ad essere più bassi rispetto alla media globale; 56/100 nella Generazione Z e 59/100 in quella più anziana.

Un nuovo slancio collettivo

Come abbiamo visto insieme, lo studio evidenzia diverse problematiche legate all’aumento delle persone inattive, specie nelle fasce più giovani.
E nel nostro paese la situazione non è sicuramente rosea.
Cosa potremmo fare per migliorare questa tendenza negativa?
Una soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere il prossimo, di incoraggiarlo a muoversi e praticare uno sport che gli piace. Non importa quale. Fatta dell’attività fisica, l’individuo potrà stare meglio, sentirsi più felice ed appagato, vedersi più in forma e in salute.
Questo vale soprattutto per le generazioni più giovani che risultano essere le meno attive.
Serve un nuovo slancio collettivo.

Qualora ve la foste persa vi invitiamo a leggere la prima parte del nostro approfondimento sugli studi di Brendon Stubbs e ci diamo appuntamento per la terza, ed ultima, parte.

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