Ecco la domanda di un corridore che pone in evidenza due interessanti questioni sul trail running sulle lunghe distanze:
La posta di Spirito Trail / Santucci Running
Domanda:
Negli ultimi anni le distanze dei trail si sono dilatate a dismisura.
Allora mi chiedo come affrontarli, perché:
-
se non ci si prepara correndo tanto e lunghe distanze, ci si fa male per mancanza di allenamento (muscolatura di supporto);
- ma se ci si allena in proporzione (a condizione di averne il tempo), credo si rischino usura e infortuni…
Cosa ne pensate?
Flavio
Risposta:
Credo che valga sempre la regola del buonsenso. La scelta deve cadere su competizioni dalla lunghezza e dalle difficoltà altimetriche a cui siamo in grado di dare risposte fisiologiche.
L’approccio al trail dev’essere graduale e solo con l’adattamento del corpo che si ha sommando le preparazioni e le gare eseguite, si possono creare basi più ampie e solide.
Il consiglio è di utilizzare i lunghi percorsi in modo attento e cioè stare per strada a lungo, ma a ritmo medio bassi. L’alternanza frequente del passo e della corsa permettono di allungare di molto la capacità di resistere con rischi minimi sul versante infortuni.
Negli atleti che hanno poco tempo a disposizione per allenarsi, è fondamentale usare il giorno settimanale nel quale hanno più spazio, per stare a lungo sulle gambe ricercando un grande adattamento aerobico e muscolare senza pensare alle intensità.
Questo perché chi corre i trail per completarli in piena efficienza, ma senza un occhio particolare alla classifica, deve occuparsi della resistenza pura e non di quella alla potenza, e della resistenza muscolare piuttosto che della forza specifica.

