Intervista a Maurizio Fragale

“…e fuga in discesa verso l’arrivo: lava, boschi privi di sentiero, sabbia lavica, caldo…”

Intervista: 10 domande al runner

Maurizio Fragale

  • Qual è stato il migliore allenamento della tua carriera?

  • Ricordo uno splendido allenamento sostenuto in pista durante la programmazione della Maratona di Treviso: 5*2000 4’15”/km inframezzati da 4*800 4’00”/km; Stavo preparando Treviso sotto le 3 ore (poi chiusa in 3.00.08, sigh!!!) ed ho sostenuto una seduta di 2000 metri al presunto ritmo maratona con recupero “affaticante”. L’allenamento andò benissimo, con la sensazione fantastica, all’inizio di ogni frazione lunga a ritmo maratona, di rallentare e andare sul velluto; difficili, soprattutto alla fine, i passaggi all’andatura più veloce, ma ricordo di avere chiuso la seduta fisicamente e mentalmente soddisfatto e con la convinzione che in gara avrei tenuto tranquillamente i 4.15.

  • E quello più duro che hai fatto?

  • Forse quelli sostenuti durante questa estate; reduce da infortunio, ho deciso, di correre sul morbido per gareggiare in un circuito Trail, abbinando sensazioni gara, salite, potenziamento, ecc, evitando accuratamente l’asfalto; in particolare, Il 21 Agosto ho corso il Trail di Linguaglossa sul versante nord dell’etna, partenza da Piano Provenzana, saliscendi vari, toccata a quota m.2.400 e “fuga” in discesa verso l’arrivo: lava, boschi privi di sentiero, sabbia lavica, caldo (Agosto, Sicilia!), tratti di pendenza superiori al 10%. Ho cominciato considerando queste gare un’allenamento, una tappa di passaggio per preparare in autunno una mezza e poi, forse, una maratona: durezza del tracciato, caldo e voglia di competere, cadute, crampi: un mix micidiale, ma splendido!

  • Che percorsi prediligi fare in allenamento?

  • In genere preferisco correre sul morbido, ed il Parco della Favorita ed il Monte Pellegrino a Palermo offrono buona possibilità di evitare l’asfalto; meglio ancora se in salita; D’estate poi, corro sui sentieri delle Madonie, terreno ideale per gli allenamenti trail. Chiaramente preparando una maratona, l’asfalto (lunghissimi, ritmo maratona) è inevitabile.

  • Che tipo di allenamento preferisci?

  • Se dovessi indicare il mio allenamento ideale, quello preferito, direi il medio in salita, meglio se lontano dall’asfalto.

  • Ti piace di più allenarti da solo o in gruppo?

  • Per me la corsa è relax, meditazione, sollievo dopo una giornata di lavoro (l’agonismo viene dopo) e correre da solo è l’ideale: durante la corsa pensi, riordini le idee, risolvi i problemi, plachi le ansie: insomma vedi il mondo da una angolazione diversa, certamente più rilassata e naturale; se poi corri in mezzo alla natura non puoi fare a meno di lasciarti prendere dalle bellezze naturali; Alcune sedute, ripetute e medi, preferisco invece correrle in compagnia di amici, condividi la fatica, gestisci meglio i ritmi e spesso, se gli amici vanno più forte, si rivelano un grande aiuto per completare le sedute. Certo, un lunghissimo con partenza alle 6 del mattino, quando ancora la città dorme e la vivi in maniera più serena, o in montagna ammirando la luce radente dell’alba o il mare all’orizzonte, da solo, con i tuoi pensieri, è una esperienza impagabile.

  • Qual è stata la tua miglior gara?

  • La Roma/Ostia 2009 e, circa un mese dopo, una corsa su strada in Sicilia, a Gela, 9.600 metri, quasi un 10.000: in entrambe le gare, non bellissime dal punto di vista ambientale e paesaggistico, mi sembrava di volare e con una sensazione di facilità di corsa incredibile, frutto di una fase di preparazione ben congegnata e priva di infortuni.

  • Quella più bella a cui hai partecipato?

  • La gara più bella? Forse Venezia,a tratti inarrivabile, Londra, cornice di pubblico pazzesca; ma ciascuna gara ti riserva una emozione ed un ricordo, uno scorcio di paesaggio, il riscontro cronometrico, ecc. Di ogni gara ricordo qualcosa: salite, spesso autentici muri, discese folli, boschi, Venezia, Amsterdam, Milano, tutte le gare hanno il loro fascino e, sinceramente, le rifarei tutte!

  • Un aneddoto relativo ad una gara?

  • Treviso 2008: fino al 30/mo km andatura che mi proietta su un finale di 2h e 55’: piede su un tratto di asfalto sconnesso ed irrigidimento della gamba sinistra: rallento, nonostante tutto al 40/mo sto sotto ancora di 1’, finale stimato 3.59!!!: un tizio con maglia a scacchi bianco/rosso (presumo un croato) mi si pianta davanti mentre bevo da una bottiglia recuperata al rifornimento e gli finisco addosso: il tempo di realizzare l’accaduto, mandarlo a quel paese nel palermitano più stretto possibile (avrà capito?) e ripartire con qualche crampetto in più e arrivo con real time 3.00.08; beh, quel giorno, valevo certamente qualcosa meno ed al traguardo non ho rivisto il croato (buon per lui!!!).

  • Ci racconti di un sogno che hai fatto relativo alla corsa?

  • Quando ho cominciato nel 2003, pesavo 86kg, non praticavo sport da anni a causa di una operazione al ginocchio, fumavo, gastrite: adesso peso quasi 20kg in meno, non fumo più, zero problemi di salute e tempi accettabili per un tapascione di 46 anni; è un sogno realizzato anche quello di essere da esempio per gli altri, per mia figlia, anche se per ora preferisce correre le ripetute fra una vetrina e l’altra…

  • Cosa ti regala la corsa?

  • Ogni sport mi ha regalato qualcosa, ma la subacquea e la corsa in particolare: sott’acqua (sono un istruttore, per ora a riposo…), soprattutto guidando immersioni con allievi, impari a riflettere e decidere in pochi secondi, sai che gli altri dipendono da te e sai che devi prendere in pochissimo tempo la decisione giusta: finora ci sono riuscito. La corsa mi regala serenità, profondità di pensiero, socializzazione e in gara la voglia di competere, anche se l’agonismo è una dote personale, secondo me si nasce agonisti e si compete in tutte le attività della vita. E poi mi ha permesso di vedere città dove magari non sarei mai andato, fine settimana spensierati, musei, opere d’arte, monumenti, gastronomia, esperienze indimenticabili.

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