
I buoni allenamenti non sono solo scarpe, cronometro e pista, ma anche l’unione di tanti fattori. Uno di questi è rappresentato dal tecnico in macchina al seguito degli atleti. Questo elemento diventa spesso utilissimo per la perfetta riuscita della seduta in programma. Vediamo alcune riflessioni in merito.
La macchina del mister
Avvalersi dell’appoggio del “mister” diventa per l’atleta in determinati casi un’esigenza importante. Oltre alle indicazioni che darà agli atleti ed allo studio dell’allenamento in corso di svolgimento, la sua presenza può avere anche un’utilità d’altro tipo, come quella di poter essere seguiti in auto.
Ad esempio nel corso di sedute su strada l’ausilio del coach in auto può rivelarsi prezioso per la corretta riuscita dell’allenamento.
Mi riferisco a sedute che prevedono l’esecuzione di un ritmo medio in salita di alcuni km o di ripetute in salita dalle frazioni estese.
Al termine della fase specifica della seduta è bene sciogliere le gambe su un falsopiano in cima alla salita, ma se tale tipo di terreno non è presente, è bene tornare in macchina alla base della salita. L’auto del tecnico baderà a portare prontamente i suoi atleti in piano per far compiere il defaticante.
L’allenatore durante la fase di sviluppo della prova cronometrata può seguire in macchina la scalata ogni 2-
Darà inoltre il sostegno morale e provvederà al rilevamento di tempi e memorizzerà eventuali note sulla frequenza-ampiezza della falcata.
Gli atleti si cambiano al termine di un medio in salita di 8 km con pendenza media del 7%
Monitorare il tracciato cardiaco nelle sedute di salita, è importante ai fini di una corretta interpretazione dell’allenamento. Il tecnico essendo presente può modificare l’allenamento nel corso della scalata aggiustandolo in base alle indicazioni derivate dai battiti.
Il tecnico ha inoltre la possibilità di ospitare in macchina gli atleti che devono compiere un chilometraggio inferiore oppure portarli più avanti nella salita in modo da fargli compiere più tratti insieme all’atleta che ha in programma l’allenamento con il volume di km più alto.
Al termine della salita, potrà dare un necessario ristoro ai suoi atleti ed annotare a caldo su un quaderno tutti i dati dei cardiofrequenzimetri e le sensazioni dei singoli atleti.
Per un atleta avere il supporto del proprio tecnico è importante, vivrà la fatica in modo migliore, come se fosse protetto dalle condizioni esterne.
È attraverso la condivisione delle fatiche dell’allenamento che è più semplice creare un contatto umano più profondo e produttivo.
A volte questo avviene tramite una serie d’informazioni che l’allenatore trasmette al suo allievo, ma spesso è il silenzio a trasmettere tutta quella complicità che diventa un punto di forza per ottenere il massimo dall’unione tecnico-atleta.
Tornando alla macchina del mister, il mezzo di trasporto diventa un punto d’appoggio per l’atleta in quanto vi troverà indumenti, bevande, ecc. e sarà come essere meno indifesi nel caso si percorrano percorsi estremi.
Avere sempre vicino l’allenatore metterà al riparo da problemi esterni, ma non solo.
In caso di problemi muscolari, avere a disposizione un mezzo eviterà di trascinarsi con le proprie gambe per km con il risultato di peggiorare lo stato dell’infortunio subito.
Da non sottovalutare è anche il clima favorevole che si viene a creare nel tragitto in macchina che porta insieme gli atleti al luogo dove sarà svolto l’allenamento.
Questo aspetto contribuirà ad affrontare l’allenamento in modo più sereno.
Ritornando verso casa, lo scambio d’opinioni e di sensazioni scaturite dall’allenamento rappresenteranno un travaso di nozioni che saranno preziose per il tecnico, ma anche per la crescita degli atleti stessi.
Sosterrei che la macchina del mister è come uno spogliatoio dove si rafforza il gruppo e cresce l’intesa in maniera spontanea.
La macchina del mister al 5° km della scalata in attesa del passaggio degli atleti