Le Lesioni da Corsa (seconda parte)

Le lesioni derivanti dalla corsa 

Dopo aver premesso nel precedente articolo gli infortuni da corsa più frequenti, analizziamo oggi i fattori anatomici e biomeccanici che li interessano.

Nessun fattore anatomico o meccanico specifico è correlato ad una specifica lesione o condizione. L’aspetto fondamentale è il controllo dell’intero arto e il non soffermarsi solamente sulla zona della lesione. L’arto inferiore è e funziona come una catena cinetica e un danno in una qualsiasi zona può danneggiare la funzionalità intera.

Il passo della corsa può essere suddiviso in una fase di assorbimento attivo e passivo ed una fase di generazione.

Il fine dell’assorbimento attivo è quello di decelerare la gamba (che sta andando avanti) con contrazione eccentrica degli ischiocrurali (muscoli della parte posteriore della coscia), assorbendo inizialmente energia e trasferendola poi all’anca in estensione. Una condizione che pone gli ischiocrurali in notevole stress.

Con l’appoggio del piede, inizia l’assorbimento passivo, in particolare con l’assorbimento della forza di reazione del terreno (GRF) che è circa 2,5/3 volte il peso del corpo (PC) e può arrivare fino a 10 volte se si corre in discesa! La GRF viene assorbita in parte dalle scarpe, dal tallone, ma in minima parte.

I grandi deputati all’assorbimento di questo shock sono tendini e muscoli, aiutati dalla flessione dell’anca, del ginocchio, dalla dorsiflessione della caviglia, dalla contrazione eccentrica di vari muscoli come il quadricipite o gli abduttori di anca, per non parlare del gastrocnemio o del ruolo specifico dei tendini, due tra tutti il rotuleo e il tendine di Achille.

 

La GRF a questo punto può arrivare anche a 5 volte il peso del corpo! I tendini stirati assorbono l’energia dell’urto a terra, la assimilano come energia potenziale, ne restituiscono circa il 90% sottoforma di energia cinetica, dissipando il restante 10% come calore.

Nella fase di generazione, nella seconda metà dell’appoggio abbiamo un allungamento relativo dell’arto, contrazione muscolare concentrica e un’estensione con la restituzione dell’energia cinetica dei tendini, che assistono la contrazione concentrica dei muscoli. In questa fase si notano numeri importanti. Le forze dell’articolazione femoro-rotulea può arrivare a sostenere fino a 11 volte il peso corporeo, solo il tendine di Achille ha un carico che arriva fino a 8.

Cosa significa ciò? Significa che un’alterazione anche minima, anatomica o funzionale, a livello dell’arto inferiore può produrre lesioni croniche importanti, con questi numeri. Pertanto è utile una valutazione dell’arto inferiore in toto. Un dolore davanti al ginocchio può dipendere da una pronazione del piede. Alterando la funzionalità dell’arto inferiore, con questi tipi di forza applicata, possiamo andare a creare dei danni.

Valutazione, naturalmente effettuata da professionisti del settore.

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