Mucca grigia

La gazzetta di Clara ep. 51

Un racconto sulla particolarità e comprensione

Cari lettori, chi mi conosce sa quanto la Gazzetta cerchi di raccontare scene inerenti alla realtà. Il testo di oggi invece è una danza fra il vissuto e il fantastico. Proprio per questo, adesso lascio spazio alla vera scrittrice e protagonista di questo racconto: Mucca grigia. 

Buona lettura,
Clara

Sono nata l’inverno scorso proprio qui, in Val Seriana.
Sono venuta al mondo in una stalla nel bel mezzo di una fredda notte di Gennaio. Così almeno mi racconta la mia mamma. Alla mia nascita ci fu un grande stupore nel vedere il colore del mio manto color grigio tenue che con il passare dei giorni è diventato via via più scuro fino a raggiungere l’attuale color antracite.

Mia mamma è una vacca Ayrshine con pelo fromentino. Tante altre vacche del mio pascolo vengono dal nord dell’Olanda e sono delle Frisone. Oggi giorno questa razza è molto diffusa in tutto il mondo ed è definita quindi cosmopolita. Mio papà toro è anche lui di razza Frisona. Il loro color bianco e nero è conosciuto tanto da essere considerato comune. Il mio invece suscita sempre una certa curiosità. I passanti che mi guardano mi dicono che sono di razza Hereford ma poi aggiungono che è impossibile perché questa razza americana non viene allevata in Italia.
Non capisco bene le mie origini e perché il mio pelo sia diverso da quello delle mie sorelle.
Mi definisco unica, un incrocio tutto mio, dal viso bianco e dal corpo grigio. 

Io adoro stare al pascolo. Mi piace essere osservata, osservare e soprattutto ascoltare. Molto spesso i passanti hanno grossi zaini sulle loro spalle. In generale hanno un passo pesante. Alcuni descrivono ad alta voce il loro percorso e talvolta riesco persino a sentire la loro meta. Le più comuni sono quelle limitrofe: il monte Fermo e il rifugio Parafülmen. Io osservo spesso i visi smarriti delle persone che guardano preoccuparti l’ultima salita impervia che porta al rifugio tanto anelato.
Qui alle pendici del Parafülmen è da ieri che c’è un via vai più fitto del solito. Fino a oggi pensavo che a breve stesse per succedere qualcosa di unico. Nei giorni scorsi sono passate tante macchine con diversi tipi di attrezzature. 

Ebbene oggi evidentemente è un giorno molto speciale.
Ci sono molte più persone del solito e la maggior parte corre sbuffando e arrancando. Il loro unico bagaglio è il loro corpo e provano a imitare la velocità degli uccelli. È una cosa straordinaria che vedo per la prima volta. Le mie compagne però mi hanno raccontato che era già successo anche l’anno passato. Si tratta di una “gara”. Per quanto abbiamo capito è una specie di gioco degli umani dove vince chi arriva per primo ad un punto stabilito. Lo scopo è essere più veloce degli altri. Io questa cosa non la capisco bene anche perché a giudicare dalle loro facce non sembra che si divertano così tanto.
Insomma, a me piace muovermi con le mie sorelle, con le mie compagne e la velocità non ha alcuna importanza.
È interessante osservare questa fila di persone ansanti che si snodano come un serpentone e affrontano l’ultima salita quasi strisciando. 

Verrebbe voglia di spingerli un po’ per alleviare la loro sofferenza.
Ne vedo una in particolare coi capelli rossi. Era arrivata fino al pascolo con grande slancio e poi si è messa, come tanti, a camminare. Su quel pendio correre sembra proprio difficile. Secondo me ce la può fare a raggiungere la meta come gli altri suoi compagni di gara. La guardo con intensità, mi sembra quasi di sentire i suoi pensieri:

“Forza, ci sei quasi, ecco l’ultimo famoso strappo.
Usa passi corti e frequenti.
Ma come è in piedi questo sentiero?
Le mie fasce plantari iniziano a tirare, i polpacci sono tesi.
Il rumore del mio fiato spezzato spacca l’aria intorno a me.
Piego il busto in avanti e comincio a camminare. Con le mani applico pressione sui quadricipiti. La corsa provoca un dolore troppo forte alla pianta dei piedi.
Ecco, anche le mucche sembra abbiano pietà di me.
Che sorpresa, una di queste mucche è grigia. Ha un aspetto unico e occhi dolci.
Il suo sguardo mi segue, un’energia nascosta mi avvolge, trasformando per un’ultima volta il mio passo in corsa.
Spingo, mi aiuto con le braccia, il rumore dei campanelli delle mucche e delle voci dei miei compagni mi danno forza. Il mio passo ritorna agile e in pochi secondi taglio finalmente il traguardo. Stravolta crollo sul terreno umido.” 

È passato un po’ di tempo e rivedo la stessa ragazza dalla folta chioma ramata.
Cammina e ha abiti diversi rispetto a prima. Mi si avvicina. Mi guarda con occhi grati e gioiosi e tiene in mano un oggetto piccolo, piatto e rettangolare. Lo tiene fermo e puntato nella mia direzione. Non so bene cosa sia e cosa stia facendo. Non mi sembra qualcosa di preoccupante. È un gesto che ho già visto fare da tanti esseri umani. Dopo poco questo oggetto scompare. Anche io mi avvicino a lei, che senza paura, mi accarezza dolcemente il muso.

mucca grigia

Saluti da
Mucca grigia 

Fonti:

Accademia macelleria italiana: https://accademiamacelleriaitaliana.it/razze-bovine/ (05.11.2024).
Moresco Nicolò: Filiere e qualità dei prodotti zootecnici. Razze bovine da latte: https://samv.elearning.unipd.it/pluginfile.php/14458/mod_resource/content/1/razze%20bovini-ovini-caprini.pdf (05.11.2024).
Rinderschutzverband: https://www.rinderzuchtverband.it/ (05.11.2024).

Leggi anche “Se chiudo gli occhi

Articoli correlati

Potrebbe interessarti anche...

Gruppo Santucci Running

Da oltre 30 anni trasformiamo le persone in atleti esperti di Corsa su Strada, Maratona, Pista, Trail Running e Ironman.

RICHIEDI UN PIANO DI ALLENAMENTO
PERSONALIZZATO E RAGGIUNGI I TUOI OBIETTIVI

I NOSTRI PARTNER