Il costo energetico nel nuoto

Perfezionare i consumi significa tradurre in movimento l’energia esistente senza inutili dispersioni

Il costo energetico nel nuoto

Nel nuoto, dove la valenza tecnica è fondamentale, il costo energetico determina il risultato della gara di ogni singolo atleta.

Nel triathlon lo stile adottato nella frazione natatoria è il Crawl. Lo stile libero è il sistema di propulsione che assicura la massima velocità con il miglior rendimento.

Solo per persone sedentarie o con livello tecnico drasticamente azzerato lo stile rana è quello che risulta più economico.

Più il livello della tecnica di nuotata è evoluto più il consumo energetico diminuisce. Alla base ci deve essere comunque un’adeguata programmazione dell’allenamento che sviluppi tutte le capacità motorie e coordinative.

Chiunque abbia nuotato avrà sentito parlare di galleggiabilità. Essa è determinata dal peso specifico del nostro corpo ed è quindi un dato genetico. Chi ha la fortuna di avere una buona galleggiabilità sarà avvantaggiato in termini di costo energetico e quindi di prestazione.

La tecnica è il tramite tra energia chimica e quella meccanica.

Vediamo quali sono i fattori che determinano il costo energetico nel nuotatore:

  • Drag attivo e passivo.

  • Il Drag passivo è determinato dalla resistenza frenante dell’avanzamento di un corpo in acqua in partenza e in scivolamento, indipendentemente che l’atleta nuoti o sia immobile. Il fattore che lo determina maggiormente è la galleggiabilità.

  • Il Drag attivo è definito da:

  1. Altezza

  2. Forma del corpo

  3. Galleggiamento gambe

  4. Tecnica di nuoto

  • Efficienza propulsiva

  1. Lunghezza delle braccia

  2. Dimensioni mani e piedi

  3. Tecnica di nuoto

  4. Forza muscolare

Nel nuoto l’impegno maggiore a livello muscolare è data dai muscoli flessori delle dita e dai muscoli addominali. Per questi due settori muscolari la massima contrazione volontaria isometrica è espressa a valori superiori al 40% della capacità massima mentre negli altri distretti muscolari (spalle, dorsali, tricipiti…) non si va oltre questo dato.

In conclusione è fondamentale tenere presente che molti lavori di sviluppo, anche a secco, per la forza potrebbero favorire un aumento del volume muscolare creando un inutile appesantimento del corpo. La chiave per esprimersi al meglio in acqua è trovare il giusto compromesso tra tecnica e forza e se si inizia dai 20 anni in su, sperando che la natura ci abbia fatto più simili a pesci che a sassi.

di Santucci  running

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