J’adore nettoyer le réfrigérateur

clara: J'adore nettoyer le réfrigérateur

La gazzetta di Clara ep. 28

PDL: Un viaggio in un metodo alternativo per imparare le lingue e se stessi

Il mio corpo è avvolto in una coperta viola e seduto su un tappetino da ginnastica rosso. Annette, Laura, Susanne, Barbara, Marie e Jan sono a loro volta al proprio posto. Noi tutti rivolgiamo il nostro sguardo verso Valerie, la nostra insegnante. Lei, per il secondo giorno consecutivo, ci accompagna in un nuovo viaggio attraverso la lingua francese. Il nostro strumento è il metodo PDL (Psicodrammaturgia linguistica) che ci insegna a parlare senza freni, noncuranti di qualsiasi tipo di strafalcione. La lezione sta ormai per volgere al suo termine. Noi tutti stiamo aspettando con curiosità l’ultimo esercizio che promette di essere un’evoluzione del gioco dello specchio. Come dice la parola stessa, questo si basa sull’imitazione. Il compito è quello di emulare parole ed eventualmente anche gesti del nostro interlocutore. Fino ad ora era sempre stata Valerie a guidare la sequenza. Lei ci spiega che però questa volta siamo noi alunni a dover scegliere la frase per iniziare l’interazione.

Foto di una stanza per esercizi della VHS a Wolfratshausen
Foto di una stanza per esercizi della VHS a Wolfratshausen (https://www.vhs-wolfratshausen.de/Suche/s-Icking/homepage)

A sentir queste parole, il mio corpo viene attraversato da un brivido di gioia. “Finalmente” mi dico fra me e me. Mi sento pronta proprio come quando mancano pochi minuti alla partenza di una gara. I miei muscoli sono caldi e non vedo l’ora di scattare. È tutta la settimana che imparo nuove parole e recito a pappagallo nuove frasi. Una in particolar modo mi sta particolarmente simpatica. Aspetto che Valerie finisca di descrivere l’esercizio. Lei inizia a guardarci con il suo fare calmo e interrogativo per capire chi voglia fare il primo passo. Io mi sento scoppiettante, la frase a cui sto pensando mi dà vitalità e guardo con fare curioso i miei compagni per capire se anche loro si trovano nella mia stessa situazione. In un istante scorgo i loro sguardi celati da un velo di soggezione. Sorrido e faccio un cenno con il viso per rincuorarli. Alzo la mano e dico: “J’ai une phrase” (Ho una frase). I miei compagni tirano un sospiro di sollievo e Valerie sorride curiosa. Non passano due secondi che sono già seduta davanti a lei con gli occhi bendati. Tre, due, uno: Via!

Sorrido e proclamo a gran voce:

C: “J’aaaadore nettoiiirrrrer leeeee réfrigérateeuuur”. (Amo pulire il frigorifero). 

Valerie ed io iniziamo a ridere contemporaneamente e poi inizia il nostro sketch:

V: Ah bien.J’aaaadore nettoiiirrrrer leeeee réfrigérateeuuur”. (Amo pulire il frigorifero).
C: J’aaaadore nettoiiirrrrer leeeee réfrigérateeuuur”. (Amo pulire il frigorifero)
V: J’aaaadore nettoiiirrrrer leeeee réfrigérateeuuur”. Oui, oui, c’est quelque chose qui me rend joyeux. (Si, sì. Amo pulire il frigorifero. Sì, sì, è qualcosa che mi rende felice).
C: “Oui. J’aaaadore nettoiiirrrrer leeeee réfrigérateeuuur”. Après, je suis joyeux. (Sì. Amo pulire il frigorifero. Dopo sono felice).
V: “Après, je suis joyeux. Au début, le réfrigérateur est sale, puis il est propre. Après, je suis joyeux”. (Dopo sono felice. All’inizio il frigorifero è sporco, poi è pulito. Dopo sono felice).
C: “Oui. Le réfrigérateur change de couleur. Il est d’abord sombre, puis lumineux”. (Sì. Il frigorifero cambia colore. Prima è scuro, poi è chiaro).
V: “Oui. Le nettoyage change le réfrigérateur”. (Sì. La pulizia cambia il frigorifero).
C: “Voilà. Exactement. Nettoyer un objet, c’est le transformer. Un peu comme pour les pensées. Lorsque les pensées sont claires et propres, la pensona brille”. (Ecco. Esattamente. Pulire un oggetto significa trasformarlo. Un po’ come i pensieri. Quando i pensieri sono chiari e puliti, la persona risplende).

Non ho finito l’ultima frase che scoppio a ridere e i miei compagni e Valerie insieme a me. È una risata avvolgente e coinvolgente che ci unisce ancora di più. In pochi secondi siamo passati dal parlare di un frigorifero al parlare di uno stato d’animo, di un modo d’essere e della metamorfosi di una persona. Una trasformazione che avviene attraverso emozioni positive, calma e curiosità. Una trasformazione che iniziamo noi con un piccolo gesto, per esempio nel momento in cui decidiamo di andare a prendere un telo, una spugna e magari anche un po’ di detersivo. Un piccolo gesto che ci porta a cambiare i colori che ci circondano.

Un caro saluto da un contesto diverso da quello prettamente sportivo che si lascia liberi di proiettarci con la mente in situazioni molteplici e stimolanti per la fantasia.

Clara

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