La gazzetta di Clara ep. 49
“Mein Tempo”
Certe gare ci seguono anche quando torniamo a casa, sul treno o prima di andare a letto.
Riusciamo sempre a staccare la spina? Già nel testo precedente ho parlato di quanto sia affascinante, avvolgente e difficile vivere il presente. Non solo durante eventi del quotidiano ma anche in gara veniamo messi alla prova. Pensieri, situazioni e persone provano costantemente a distogliere la nostra attenzione. Sta a noi tirare fuori il nostro amor proprio, la nostra concentrazione e la nostra determinazione per rimanere concentrati sulla nostra azione e su noi stessi.
Due settimane fa, in gara ho vissuto due chilometri particolarmente confusi. Mi sentivo in conflitto con me stessa. Non accettavo il fatto di non riuscire a seguire la donna davanti a me. Era chiaro, aveva un altro ritmo che avrei tanto desiderato avere anche io nelle mie gambe. Corsi i primi due chilometri di quella gara cercando di concentrarmi sul mio passo. C’erano però alcuni miei pensieri che mi ostacolavano. Finita la parte nel bosco, una volta superato un ponticello, iniziò una strada in mezzo ai campi dove riuscii a trovare un ritmo più costante. Tra me e me mi dicevo che stavo andando alla grande, stavo facendo del mio meglio e cercavo pazientemente “Mein Tempo” ossia la mia velocità, il mio ritmo. Quel tratto profumava di legna di pino appena tagliata. Tutti i miei sensi erano attivi, mi aiutavano a insistere nella mia azione e a rilanciarla. Finalmente sentivo la natura, finalmente sentivo il movimento del mio corpo e avevo smesso di seguire il suono molesto di quei pensieri superflui, detrattori di energie preziose. Dopo la curva successiva a destra iniziava un falsopiano in salita con il terreno morbido ricoperto di ghiaia. Mi sembrava di sprofondare ad ogni passo. Nonostante la fatica, mi piaceva. Era una nuova esperienza, un percorso unico e stimolante. Il mio corpo studiava la salita e cercava il ritmo che più si addiceva al tratto da percorrere. La prima donna era orami sparita, sia dalla vista che dai pensieri e c’ero solo io, con il mio tempo e il mio respiro.
Provavo semplicemente pace e gioia. Studiavo il percorso, ascoltavo il mio corpo e non mi importava più chi fosse davanti e chi stesse arrivando da dietro. Avevo smesso di rincorrere e di essere rincorsa; correvo, libera.
Clara
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