Nel buio della pineta


“…ho studiato i segreti di queste strade, dei mille sentieri. Sono caduto sulle radici più ostili; ho fatto stretching sorretto da pini, tigli e querce. Ho misurato circuiti e tracciato percorsi su tratti sabbiosi e ondulati…”

Nel buio della pineta

Sono le 19.30; chiudo il computer. Gli ultimi programmi di allenamento sono stati pensati e scritti, rivisti ed inviati. La cena può aspettare; c’è tempo per muovere le gambe.

Prepararsi è un attimo, pantaloncini, maglietta, scarpe e in due minuti sono fuori di casa. C’è ancora un po’ di luce, questione di poco e sarà buio.

Non mi va di correre sulla passeggiata a mare, si, è bella, illuminata ed invoglia a correre, ma non è quello il mio terreno preferito. Un km è distante la pineta, quattro minuti, poco più e sono fra i pini.

È stato un giorno di pioggia, da poco il cielo si è aperto ed ha filtrato pure qualche timido raggio di sole. La terra bagnata rilascia aromi deliziosi; correre qui è sempre meraviglioso.

Il buio adesso è fitto, ma l’occhio si adatta e mi permette di correre senza problemi.

Mi sono chiesto più volte se fossi capace di capire i percorsi di notte all’interno della pineta. Sarà presunzione, ma questa pineta la sento come una seconda casa e credo che riuscirei ad orientarmi anche nella totale oscurità.

Ho studiato i segreti di queste strade, dei mille sentieri. Sono caduto sulle radici più ostili; ho fatto stretching sorretto da pini, tigli e querce. Ho misurato circuiti e tracciato percorsi su tratti sabbiosi e ondulati. Ho costruito qui i miei successi e qui ho sognato successi mai arrivati.

È avvenuto qui il tutto ed il niente e come un rifugio, sono qui a correre qualche km per ripassare in mente i nuovi progetti ed a cancellare le fatiche della giornata.

Sono di ritorno. Dopo 4 km di corsa, inverto il senso di marcia e mi lascio andare in una morbida progressione. Nella prima parte di pineta ritrovo la luce, mi spoglia dall’oscurità e mi sento meno protetto. La luce dei lampioni proietta davanti a me la mia immagine in corsa.

Ho la mia ombra stesa che corre insieme a me e come un vezzo cerco di scorgere l’agilità della falcata che vedo, ma forse non c’è. Ciò accade a molti podisti che attraversando le strade del centro città, piene di negozi, si ritrovano a guardarsi nelle vetrine per cogliere l’efficacia dei piedi a terra e per trovare tracce di elasticità.

L’estetica in corsa…perché no? E’ bello vedere l’azione di un ballerino, la grazia di un ginnasta, l’armonia di un nuotatore. È luce per gli occhi vedere un gesto sportivo carico di bellezza. L’eleganza nell’esprimersi è privilegio per pochi, ma l’illusione di un’azione leggera e pulita è nelle corde di ogni sportivo, ne sono sicuro.

Lascio la pineta ed i pensieri. Torno nelle strade incendiate di luce; torna la gente.

Lascio i miei ultimi passi in strada e mi accoglie una doccia calda.

Più tardi, quando sarò a letto, ripasserò nella mente la mia giornata. Toglierò l’inutile e mi alleggerirò per essere più libero nella notte.

Nelle cose più belle ci sarà la mezz’ora di corsa nel buio, solo con me stesso, con le mie emozioni e con ciò che sta nel mio cuore.


Correre al tramonto. La prima oscurità a Viareggio, a sinistra la pineta, a destra il mare.

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