Paolo Benato: “La mia Cro-Magnon”

“L’ultra Trail è una gara strana, dove il carattere viene forgiato dalle difficoltà, dove la fatica non ti abbandona mai e la voglia di “mollare” è sempre dietro l’angolo; ma è anche la gara dove sei più vicino alla natura, dove l’equilibrio con il tuo corpo ti gratifica di tutto, dove il tuo pensiero supera il tuo fisico”.

Paolo Benato: “La mia Cro-Magnon”

Cinquantaseiesimo chilometro circa, una buca nascosta tra l’erba pone fine a 8 mesi di preparazione, un dolore lancinante mi sbatte al suolo come un pugile suonato, mi rialzo ma la caviglia è andata. Gara Finita!

Ma cominciamo dall’inizio quando con il Coach Massimo Santucci nel lontano ottobre 2007 cominciammo a parlare del programma di allenamento che mi avrebbe portato il 14 giugno 2008 a coronare il sogno di portare a termine la mitica Cro-Magnon, una gara di Ultra Trail in montagna di 105 km da Limone Piemonte a Cap d’Ail (Montecarlo).

L’ultra Trail è una gara strana, dove il carattere viene forgiato dalle difficoltà, dove la fatica non ti abbandona mai e la voglia di “mollare” è sempre dietro l’angolo; ma è anche la gara dove sei più vicino alla natura, dove l’equilibrio con il tuo corpo ti gratifica di tutto, dove il tuo pensiero supera il tuo fisico.

Da ottobre a giugno nella mia vita come negli allenamenti si sono susseguiti momenti belli e momenti difficili, allenamenti “lunghi” di 6-8 ore spesso sotto la pioggia la neve il freddo, e allenamenti tecnici di velocità di equilibrio, anche per preparare una gara di 105 km si fanno le ripetute sui 200m e gli esercizi R.E.P.!

Con il coach il lavoro è stato meticoloso, non avevamo trascurato nulla!

Alla partenza a Limone ci sono arrivato preparato, determinato e sicuro, accompagnato dall’amico Daniele Zerini che mi è stato vicino nei fondamentali momenti prima della gara e puntuale nei rifornimenti. Avevo gestito bene le energie fino a quel momento, avevo superato bene le crisi, avevo mangiato, bevuto; dal ristoro di metà gara ero partito in buona posizione pronto a fare quello che tante volte mi aveva ripetuto il coach “parti piano, la prima parte in controllo, la seconda spingi” e così stavo facendo quando una buca vigliacca nascosta tra l’erba in un falsopiano in discesa si è frapposta tra il sogno e la realtà.

Il lunedì dopo la gara l’esito impietoso dell’ecografia sentenzia: ”lacerazione del legamento peroniero astragalico anteriore”.

Mezzora dopo l’ecografia ero già dal fisioterapista a chiedere quando avrei potuto ricominciare a correre, ho davanti a me ancora mesi duri di rieducazione in piscina e in palestra. Ma voglio credere che tornerò a correre in montagna, godendo del ritmo del mio cuore, con un sogno ambizioso in testa e tanto male ai muscoli.

Ovviamente un grazie va al Coach Massimo Santucci, a Daniele Zerini, e a tutto il gruppo che mi è sempre stato vicino.

p.

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