“L’ultra Trail è una gara strana, dove il carattere viene forgiato dalle difficoltà, dove la fatica non ti abbandona mai e la voglia di “mollare” è sempre dietro l’angolo; ma è anche la gara dove sei più vicino alla natura, dove l’equilibrio con il tuo corpo ti gratifica di tutto, dove il tuo pensiero supera il tuo fisico”.
Cinquantaseiesimo chilometro circa, una buca nascosta tra l’erba pone fine a 8 mesi di preparazione, un dolore lancinante mi sbatte al suolo come un pugile suonato, mi rialzo ma la caviglia è andata. Gara Finita!
Ma cominciamo dall’inizio quando con il Coach Massimo Santucci nel lontano ottobre 2007 cominciammo a parlare del programma di allenamento che mi avrebbe portato il 14 giugno 2008 a coronare il sogno di portare a termine la mitica Cro-Magnon, una gara di Ultra Trail in montagna di 105 km da Limone Piemonte a Cap d’Ail (Montecarlo).
L’ultra Trail è una gara strana, dove il carattere viene forgiato dalle difficoltà, dove la fatica non ti abbandona mai e la voglia di “mollare” è sempre dietro l’angolo; ma è anche la gara dove sei più vicino alla natura, dove l’equilibrio con il tuo corpo ti gratifica di tutto, dove il tuo pensiero supera il tuo fisico.
Da ottobre a giugno nella mia vita come negli allenamenti si sono susseguiti momenti belli e momenti difficili, allenamenti “lunghi” di 6-8 ore spesso sotto la pioggia la neve il freddo, e allenamenti tecnici di velocità di equilibrio, anche per preparare una gara di 105 km si fanno le ripetute sui 200m e gli esercizi R.E.P.!
Con il coach il lavoro è stato meticoloso, non avevamo trascurato nulla!
Alla partenza a Limone ci sono arrivato preparato, determinato e sicuro, accompagnato dall’amico Daniele Zerini che mi è stato vicino nei fondamentali momenti prima della gara e puntuale nei rifornimenti. Avevo gestito bene le energie fino a quel momento, avevo superato bene le crisi, avevo mangiato, bevuto; dal ristoro di metà gara ero partito in buona posizione pronto a fare quello che tante volte mi aveva ripetuto il coach “parti piano, la prima parte in controllo, la seconda spingi” e così stavo facendo quando una buca vigliacca nascosta tra l’erba in un falsopiano in discesa si è frapposta tra il sogno e la realtà.
Il lunedì dopo la gara l’esito impietoso dell’ecografia sentenzia: ”lacerazione del legamento peroniero astragalico anteriore”.
Mezzora dopo l’ecografia ero già dal fisioterapista a chiedere quando avrei potuto ricominciare a correre, ho davanti a me ancora mesi duri di rieducazione in piscina e in palestra. Ma voglio credere che tornerò a correre in montagna, godendo del ritmo del mio cuore, con un sogno ambizioso in testa e tanto male ai muscoli.
Ovviamente un grazie va al Coach Massimo Santucci, a Daniele Zerini, e a tutto il gruppo che mi è sempre stato vicino.
p.