Succede per caso, un giorno ti svegli e quasi senza pensare allacci un paio di scarpe, quelle che ritieni più comode, probabilmente quelle con cui facevi educazione fisica alle medie, ed esci. Non sai ancora bene perché e a fare cosa; intimorito cammini e ti guardi intorno, intanto nella testa si insinua un pensiero “e se corressi?”. Automaticamente il rimo della camminata aumenta, le gambe si staccano dal terreno, stai sperimentando una nuova fantastica sensazione e ti sembra di volare. Il primo volo è misero, un voletto da gallina, ma ha acceso in te una scintilla; è la scintilla della passione che, se alimentata da dedizione, pazienza e umiltà, può diventare un caldo fuoco ristoratore; ma se vi si riversa presunzione egoismo e narcisismo divamperà inevitabilmente in un incendio divoratore.
L’indomani è la tua nuova scintilla a svegliarti, a dirti che puoi far di più. Esci di nuovo e quel misero volettino da gallina ti sembra quasi elegante, percepisci un miglioramento, vuoi di più. Ecco che arrivano le scarpe nuove, un bel paio di ali con le quali potrai decollare, poi arriva un programma di allenamento strutturato e magari l’iscrizione a un gruppo sportivo perché forse, pensi, volare in stormo è più sicuro.
Dedizione e passione portano inevitabilmente a miglioramenti ma cosa succede quando i miglioramenti alimentano l’ego gonfiandolo fino a farlo straripare nel delirio di onnipotenza? Ogni giorno vedi che puoi fare di più e meglio, ti senti invincibile su quel piedistallo che ti erge al di sopra di tutto e tutti e allora inizi a mettere da parte amicizie e familiari perché sono ostacoli alla tua crescita, zavorre che non puoi permetterti di portare in volo. Tu sei più di loro, hai delle ali, loro sono miseramente attaccati al terreno.
Iniziano così le rinunce agli eventi sociali, in famiglia sei distratto o assente, agli amici non pensi più, sei completamente assorbito dal tuo ego. Fare di più e meglio, tu puoi, sei onnipotente, non sei come loro ed ecco che decidi di abbandonare anche il volo sicuro in stormo per tentare il folle volo solitario verso il sole. La tua squadra non è più alla tua altezza, ti senti a un passo dallo spiccare il volo verso la libertà ma in realtà non ti rendi conto che stai solo costruendo il labirinto dal quale non uscirai più.
Come un moderno Icaro dall’ego smisurato, ti impegni a compiere un’impresa sproporzionata, devi dimostrare chi sei, che sei di più, che puoi arrivare al sole. Come ogni impresa folle dettata dall’irrazionalità e dalla megalomania anche la tua si rivelerà fallimentare. Cosa resta allora di quella scintilla? Di quel calore che avrebbe potuto riscaldare l’animo e dare energia nuova alla tua vita? Cenere e delusione: la cenere è quella del tuo ego distrutto dallo scontro rovinoso con il sole, con la realtà e la delusione è quella delle persone che ti stavano vicine ma che tu non sapevi riconoscere perché troppo impegnato a portare avanti un progetto impossibile, inadeguato rispetto alle tue possibilità.
Cosa fare se siamo nati con le ali? Dobbiamo necessariamente evitare il volo per non rischiare di farci male? Come possiamo far sì che la voglia che abbiamo di volare non ci porti al fallimentare scontro con il sole? Alzarsi in volo, cercare di spingerci sempre un pochino più in alto non è necessariamente un’attività rovinosa. Cercare di migliorarsi, in qualsiasi ambito, è una pratica virtuosa che diventa viziosa solo se non sappiamo ridimensionarci. Un ego pesante ci farà cadere, un io leggero ci porterà alla giusta altezza. Porsi obiettivi realistici, considerando le proprie capacità, non ergersi a supereroi ma amalgamarsi al gruppo, liberarsi dalle catene della megalomania per essere sì piccoli, ma autenticamente liberi. Alleggerire l’ego per correre veloce.
Liza Bellandi
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