Il fondo lento nella corsa

coordinazione motoria

A quale velocità deve essere corso il “lento“? Quali sono i riferimenti da prendere in esame? E’ utile solo per recuperare le energie spese con gli specifici o serve per sviluppare alcune qualità? Ragioniamo su tutto questo

IL FONDO LENTO

 Il fondo lento a quale velocità dev’essere corso?

Individuare un’andatura sbagliata è un errore che è spesso fatto dal podista di livello amatoriale. Se si considera il ritmo di soglia anaerobica, si potrebbe valutare di eseguirlo ad un’andatura più lenta di 50”-1’ al km. In termini pratici possiamo affermare che chi corre 12-14 km a 4’ al km, dovrebbe correre il lento a 4’50”-5’ al km.

Notiamo che molti amatori che corrono la maratona a 5’ al km, corrono il lento ad un’andatura più veloce o eguale.

Facendo un riferimento con un corridore d’alto livello; mi viene in mente Gelindo Bordin, che correva la maratona al ritmo medio al km di 3’02”. A quale velocità avrebbe dovuto correre il lento? Mi ricordo di aver ascoltato e letto che Bordin correva il lento a circa 3’45” al km.

Da questo dato, cosa si evince? Correva ad un ritmo troppo lento? Ricordiamo che l’atleta che ho citato aveva un ritmo di soglia anaerobica intorno ai 2’50” al km e riusciva a correre la maratona a ritmi intorno ai 3’ al km. Si capisce che lo sviluppo del suo lento a 3’45” circa, è del tutto fondato.

L’amatore perché corre la maratona a 5’ al km e comunemente corre il lento ad un’andatura più veloce?

Bisogna considerare il lento come un allenamento specifico, è sbagliato pensare che sia un allenamento di contorno e di nessun’importanza. Se così fosse, come mi ricordava spesso il mio allenatore, sarebbe meglio starsene tranquilli a casa.

Ognuno ha i suoi parametri di riferimento ed in questi bisogna stare. Uscire da loro anche se non vanifica la seduta, la rende meno produttiva. Quando si esce da un margine di 10” al km, l’allenamento prende una direzione diversa da quella ricercata. Rispetto ai ritmi di sviluppo della potenza aerobica, in regime di lavoro puramente aerobico, si può essere più elastici, ma esserlo troppo significa perdere gran parte degli adattamenti richiesti dalla seduta in programma.

Il maratoneta da 5’ al km, dovrà quindi pensare di correre il lento ad andature più leggere di quella indicata per correre la maratona. La velocità alla quale corre la maratona è di solito il suo limite di soglia aerobica ed esiste un consumo minimo ma rilevante.

Il corridore d’alto livello, riesce a correre la maratona a ritmi più alti rispetto al riferimento di soglia aerobica, ma ciò è dovuto al patrimonio che si è costruito con una preparazione che dà ampie garanzie.

Amatori che corrono la maratona a 5’30” al km, corrono il lento a 5’10” al km; Stefano Baldini, facendo un parallelo dovrebbe correre il suo lento a 2’40” al km, vi sembra possibile?

Ogni tipo d’allenamento non può sfuggire a regole ben precise. L’elasticità ci dev’essere, sono contrario alle restrizioni eccessive, divengono delle gabbie, ma il buon senso bisogna sempre averlo.

Quando si formano quei gruppi di corsa numerosi che vanno a fare il lungo insieme, finisce per avere un effetto benefico solo per alcuni di loro. Tutti avranno compagnia; pochi avranno gli stimoli giusti. Si tratta solo di decidere cosa vogliamo da una seduta d’allenamento.

Compagnia o allenamento inteso come stimolo di qualità fisiche?

Dando una risposta a questa domanda, potremo capire cosa stiamo facendo in strada.

L’allenamento è una materia precisa, pertanto meglio è sviluppato e tanto più darà buoni risultati. Ricordiamoci quindi che ogni seduta merita rispetto, meglio non buttar via tempo in esercitazioni inutili. Il fondo lento è fondamentale per poterci poggiare le sedute di qualità.

Senza che la base sarà solida, tutto ciò che riguarda lo sviluppo crollerà presto. Le condizioni di forma dagli elevati picchi di rendimento e dalla lunga durata, hanno all’origine una base aerobica fatta in modo corretto e completo.

Inserito su www.speziarunning.it

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