La gazzetta di Clara ep. 47
Cosa significa vacanza e che sfumatura ha dal punto di vista sportivo?
È sera. L’ultima sera di questa settimana di vacanze.
Vacanza. Già, cosa significa vacanza e che sfumatura ha dal punto di vista sportivo? Domande a prima vista banali e ovvie. Ciononostante, mi sono accorta di aver difficoltà a formulare delle risposte e soprattutto a metterle in pratica.
La parola “vacanza” deriva dal latino e più precisamente dal participio presente di “vacare” che significa essere “vuoto, libero”. In questo periodo non ci sono i soliti impegni quotidiani, si è liberi di decidere di fare altre cose e di curare il riposo. Visto che, fin da piccola, usavo molto spesso le vacanze per fare stage sportivi, mi è difficile pensare che in vacanza sia possibile diminuire i carichi di allenamento e staccare un po’ con la testa.
Sono in vacanza a Voltaggio, nell’appennino ligure ed è sera, l’ultima sera. Tanti bagagli li abbiamo già portati in macchina. Le mie valigie restano sul pavimento e aspettano che passi la notte prima che possano venir chiuse definitivamente. Per domani mattina il programma di gruppo è già delineato e inizia alle 10:30. Poi la sera mi aspetta un lungo viaggio di ritorno. Corro? Non corro? La risposta viene dal cuore ed è positiva. Non vedo l’ora e così viene impostata la sveglia per le 7:50.
Niente da fare, il mio corpo vuole partire prima e teme il caldo. Alle 7:10 apro gli occhi e alle 7:45 lascio la casa. Cosa fare? Mi piacerebbe salutare il paese e seguire il suo risveglio, dandogli il buongiorno. La partenza è in piazzetta per passare attraverso al cuore del paese e vedere le saracinesche che vengono aperte. Passo davanti alla parrucchiera e riconosco così i primi visi. Guardo le persone e ci scambiamo il “Buongiorno”. Sento che la leggerezza del mio passo mi spinge in avanti senza sforzo, come un vento amico. I miei incontri continuano, i saluti fanno da contrappunto al mio svelto progredire sul selciato, giro angoli, salgo e scendo. Provo a indovinare chi sarà la prossima persona che incrocerò e intanto ho oltrepassato il campo sportivo, attraversato la statale e, dopo uno strappo ripido affronto la Val Carbonasca e i suoi tre chilometri circa di falsopiano in salita. I miei sguardi incontrano anche quelli di persone sconosciute che guardano ammirate la mia corsa. Il mio respiro è regolare, le gambe si sono riscaldate e vogliono spingere. Inserisco qualche allungo durante l’ultima fase dell’allenamento e sento l’energia scorrere nel mio corpo come l’acqua fresca dei torrenti di montagna.
Oggi il mio cuore è particolarmente gonfio di allegria e di gratitudine perché pratico quest’attività sportiva e sono qui a godermi ancora una volta le meraviglie che offre la natura. Come per incanto sono passati sessanta minuti e mi ritrovo di nuovo al punto di partenza. Questa settimana ho potuto non pensare a quando inserire degli allenamenti specifici. Non dovevo capire se avrei avuto energie sufficienti per unire l’attività giornaliera al programma di allenamento. La mia testa ha dunque potuto pensare di meno ed andare in vacanza. Questo aver dimenticato tabelle e lavori mirati ha ridotto il mio stress, fortificato il mio spirito e preparato il mio corpo per le sfide che verranno. Nel tempo stesso ho potuto vivere con serenità e pienezza questi giorni trascorsi nel paese dove ho trascorso gran parte della mia infanzia e svariati momenti della mia adolescenza e al quale sarò per sempre legata ed eternamente grata.
Ciao Voltaggio, grazie di cuore, ci vediamo l’anno prossimo.
Clara
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