Un passo alla volta verso il proprio sogno

La gazzetta di Clara ep. 22

Quando tornai al campo ad anni di distanza da un primo allenamento che non mi aveva convinta uno dei primi nomi che imparai fu “Ludo”.

Ludovica è quattro anni più giovane di me e già quando era alle prime armi con l’atletica leggera era un prodigio. La sua corsa era leggiadra e potente. Nel suo viso giovane si distinguevano, al tempo stesso,  insicurezza e determinazione nei suoi obiettivi. Ludovica Cavalli era la stella del gruppo, la ragazza dolce e forte che noi tutti vedevamo con ammirazione e rispetto.

Quando nel 2015 tornò dall’Herculis di Monaco (Diamond League) era elettrizzata: Aveva visto Genzebe Dibaba correre il record del mondo dei 1.500 m piani femminili in 3:50.07. Con gli occhi lucidi disse: “Sugli spalti tremavo, volevo essere in pista. Quello è il mio sogno”. Dicendo questa frase quasi si vergognò, arrossì e cambiò discorso. Avere grandi sogni è bellissimo e complicato allo stesso tempo: Talvolta danno forza, altre ti schiacciano. Il suo segreto Ludovica l’ha trovato nella sua tenacia, nell’amore per quello che fa, in quello che riceve e nella sua forza di fare un passo alla volta. 

Quattro anni dopo quell’episodio mi unii a lei e al gruppo per fare un lento e per goderci la brezza marina della nostra cara Genova. Eravamo sulla passeggiata di Nervi e i ragazzi condividevano i loro pensieri riguardanti quella domanda che prima o poi tutti tormenta e che ormai era entrata nel quotidiano di Ludovica. Era il suo ultimo anno di liceo. E dopo? Ludovica iniziò a parlare delle sue idee, di vari progetti, diversi piani di studi, di quello che voleva fare e di quello di cui non si sentiva all’altezza ma avrebbe voluto fare. Ludovica raccontava e i chilometri passavano. A un certo punto fece una pausa. Questa pausa sembrava quasi un momento di rispetto per tutti i suoi pensieri, per tutte le sue idee, interessi e passioni. Quella pausa faceva capire che però c’era qualcos’altro di cui forse si vergognava o voleva così tanto che quasi non riusciva a dirselo. Noi tutti vedevamo la sua forza e credevamo nel suo sogno a cinque cerchi, senza però dir niente. In un sospiro liberatorio, incitata dalla brezza marina disse: “Io voglio correre; Forte!” Gli occhi che la circondavano non fecero che sorridere e dirle solo che ce l’avrebbe fatta.

passeggiata di Nervi
Passeggiata di Nervi

Le sue scelte successive sono state coerenti con il suo sogno. Dopo alti e bassi, periodi bui e di luce abbagliante, Ludovica cresce come donna e come atleta. La sua crescita la porta fino alla Diamond League di Firenze, il 2 Giugno 2023, dove corre suo personale in 4:03.04, nella gara dove Faith Kipyegon batte con un tempo di 3:49.11 il record siglato nel 2015. 

Pochi mesi dopo, dopo aver affrontato l’ennesima difficoltà arriva il botto: Finale mondiale a Budapest. In conferenza stampa lo dice chiaramente: In finale voglio correre il minimo olimpico.

Quel cerbiatto, apparentemente fragile, tira fuori il suo cuore da leone e si prende con forza il suo sogno tra le mani: 4:01.84, ulteriore miglioramento del primato personale e minimo olimpico! In questi mondiali di Budapest sono state versate tante lacrime di gioia. Questo risultato è frutto di sacrifici, dubbi e tanto lavoro. 

Ludovica Cavalli - Foto di Chiara Montesano
Ludovica Cavalli – Foto di Chiara Montesano

Se talvolta mi sento scoraggiata e impotente davanti al mio sogno penso a Ludovica e mi dico: Il primo passo è conoscere il proprio sogno. L’amore, la determinazione, la pazienza e il coraggio ci accompagnano nel suo raggiungimento.

Se vuoi leggere altre informazioni sulla crescita di Ludovica, ecco qui un testo che scrissi nel 2021: “The great development of a young Italian middle distance runner: Ludovica Cavalli”

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