La gazzetta di Clara ep. 15
L’importante è provarci
Pulizia dei sogni
Non bisogna essere atleti per aver bisogno di sonni tranquilli. Il sonno dona a noi tutti, energia e concentrazione. Da bambina quando non riuscivo a prendere sonno mi veniva detto di contare le pecore. Me le immaginavo bianche, dalla lana folta e vaporosa. Le vedevo nel mezzo di pascoli verdissimi o saltare gioiose fra le nuvole.
Con il tempo ho scoperto altri metodi come concentrarsi sull’aria che inspiro attraverso le narici ed espiro attraverso la bocca. Non sempre funziona ma, come un giorno mi disse la mia psicologa, l’importante è provarci. Questo pensiero mi accompagna e mi conforta soprattutto quando non riesco a separarmi da pensieri che si fanno strada nella mia mente e la tengono desta.
Io, almeno, ci ho provato, mi ripeto. Capita che non tutto vada come noi vogliamo.
Un’altra cosa che mi aiuta molto è creare i presupposti per essere rilassati una volta giunta a letto. Così, mi allontano dal telefono e vado ad osservare il cielo notturno. Come prima cosa mi reco presso la Bachforellenweg. Questo nome in italiano significa „via delle trote di torrente“. Ricordo ancora quando lessi questo nome per la prima volta. Ho provato stupore ed euforia che si tradussero in una risata fragorosa. Penso sia uno dei nomi di strade che mi piaccia di più in assoluto. La maggior parte delle volte che esco la sera per fare due passi prima di andare a dormire vado da quel cartello. Lì, inizio e concludo il mio giro. Rampa di lancio e approdo delle mie passeggiate notturne.
Alle mie spalle, come lucine di Natale brillano i grattacieli di Francoforte. Gialle, rosse, bianche e argento. In questo momento mi faccio accompagnare dal vento, dalla forma del cielo, e dai profumi intorno a me. La giornata è già tramontata e io cerco freschezza, spensieratezza e calma per un sonno tranquillo. Ricordo ancora le sere d’estate in cui rimasi catturata dai battelli carichi di persone che cantavano e ballavano. Ricordo ancora quella sera di Agosto in cui rimasi ipnotizzata per minuti davanti a una luna piena imponente come una regina. Il suo bagliore era tale che non capivo fosse bianca, argento o gialla. Infine, non dimentico che ci sono ancor oggi delle sere in cui il respiro, la passeggiata o le vecchie care pecore non mi aiutano. So però con certezza che io anche quelle sere mi sono impegnata e ho provato a trovare quella quiete che da me talvolta vuol fuggire. Anche in quelle sere, infine, sorrido e mi ricordo di averci provato. Il giorno dopo mi alzo sorpresa e mi rendo conto che ancora una volta sono sprofondata fra le braccia di Morfeo.
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