
Grandi cammini, cioè quei lunghi e lunghissimi sentieri che tanto attirano gli amanti dell’avventura all’aperto. Ci riferiamo alle lunghe vie che percorrono per centinaia di chilometri i paesi Europei (come il Cammino di Santiago, la via Francigena o altri sentieri come l’E5) oppure le grandi dorsali montuose americane (Appalachian Trail) o la spettacolare corsa in montagna UTMB sul massiccio alpino del Monte Bianco . Si tratta di esperienze totalizzanti che richiedono mesi o anni di preparazione e durano poi giorni e settimane.
La Posta di Spirito Trail /Santucci Running
Domanda
Quali caratteristiche dovrebbe sviluppare il trail runner per preparare al meglio un’avventura di questo genere? Come ottenere questo sviluppo?
Risposta
La voglia di uscire dal quotidiano è sempre più forte ed i “grandi cammini” sono sempre più attrattivi. Chi è già un trail runner a tutto tondo e quindi ha già sperimentato lunghe distanze ed anche gare a tappe, si trova sicuramente avvantaggiato andando verso il nuovo grado di condizionamento richiesto.
Le grandi traversate richiedono una grande capacità, quella di sapersi rigenerare “strada facendo”. Sono prove a cui si deve andare necessariamente più che preparati, ma il periodo di allenamento sarà pur sempre insufficiente per avere una piena affidabilità. La lunghezza di certi percorsi è poco allenabile nel senso puro del termine, tuttavia si possono mettere in atto strategie che possono minimizzare i margini di una controprestazione. L’attenzione che deve essere riposta verso i materiali e l’alimentazione, in questo tipo di prove, riveste un ruolo assolutamente primario per la riuscita. La componente mentale è altrettanto fondamentale poiché è necessario scindere le varie tappe come obiettivi a se stanti che poi andranno a comporre l’intero, ma senza pesare come se fosse un blocco di impegno unico. Per la parte prettamente fisica, la preparazione dovrà seguire un iter piuttosto semplice. Dovranno essere creati blocchi di carico muscolare ed aerobico in giorni consecutivi, ma anche con più sedute giornaliere. La ripetizione delle attivazioni a breve distanza, regala adattamenti stupefacenti, anche se sono allenamenti dalla minima lunghezza. I percorsi scelti per le sedute di allenamento, dovranno essere possibilmente somiglianti, soprattutto nel periodo fondamentale di costruzione, a quelli che poi si troveranno in “gara”. Il trailer che ha poco tempo a disposizione durante la settimana dovrà far fruttare al massimo il fine settimana. In quello spazio, dovrebbe inserire con discreta frequenza, dei multipli come ad esempio: sabato mattina corsa 2/3 ore in terreno impegnativo, pomeriggio camminata 2/3 ore e poi a seguire la domenica mattina sempre un’uscita lunga però su tracciato scorrevole magari inserendo del fartlek per far lavorare cuore e fibre e la sera a completamento del ciclo ancora una bella camminata in modo da “mettere dentro” nello spazio di 2 giorni tante ore di attività. La personalizzazione in certe preparazioni è comunque necessaria perchè i contenitori di tempo a disposizione vanno utilizzati con grandissima sapienza. Certe distanze si preparano nel tempo, quindi niente improvvisazioni…solo un grande pizzico di lucida follia. Il tema è talmente vasto e quindi di difficile sintesi, se volete consigli mirati scriveteci a info@santuccirunning.it
di Massimo Santucci