Domanda: aumento del battito cardiaco in salita, come gestire?

Ripetute di corsa

gruppo salita su erba 2

La Posta di Spirito Trail/Santucci

Domanda

Negli ultimi tempi sto riuscendo ad allenarmi con più costanza in terreno collinare, sottoboschi, insomma zone in cui non si percorrono più di 100m senza trovare un “muretto da 50m” una discesa per qualche km etc etc.
La mia richiesta di informazioni è in merito all’andamento delle mie pulsazioni: da buon bradicardico quando mi trovo in salita, soprattutto se prolungata, il mio battito sale costantemente fino al mio teorico 95% bpm che riesco a mantenere solo per pochissimo tempo; poi mi trovo a dover rallentare rapidamente se non proprio fermarmi…diversamente quando corro in piano posso mantenere quel valore di frequenza per un periodo molto più prolungato senza avvertire quello sforzo insostenibile nel caso della salita.
La spiegazione che mi sono dato è meramente “termodinamica” cioè che la potenza richiesta (i WATT) in salita sia superiore a quella necessaria in piano, ma non riesco a trovare in letteratura medica/sportiva qualcosa che supporti il mio pensiero o che mi guidi nell’allenamento.

Risposta

L’impegno fisico generale determina l’attività cardiaca; tuttavia non è solo l’intensità il parametro principe che regali una connotazione precisa. Le masse di sangue che il corpo richiede per portare avanti un determinato esercizio, come vincere la forza di gravità, incidono in modo determinante sulla frequenza del cuore. L’impegno muscolare ha richieste più o meno alte a seconda dell’intensità, ma anche in relazione alle forze da vincere.

La salita costituisce certamente un elemento che incide in maniera sostanziale sull’aumento delle pulsazioni. Quindi nei percorsi di cui parli, anche tenendo un basso regime di impegno, si parte già da uno standard più elevato rispetto ai terreni pianeggianti.

Il battito poi, quando va ad incrementarsi, innesca una richiesta energetica che può sconfinare in campo anaerobico, da qui la produzione degli scarti e di conseguenza la difficoltà nel continuare a contrarre il muscolo per produrre azione di corsa.

A parità di impegno cardiaco ci può essere diversità di impegno muscolare determinato dalla tipologia del percorso, ma anche da altri fattori, sono poi le conseguenti “invasioni” lattacide a donarci o meno la possibilità e la eventuale bontà della prosecuzione della corsa.

Quindi il cuore ci dà risposte di un certo tipo, ma non assolute riguardo l’attività atletica.

In ogni caso, grazie all’allenamento mirato, potrai migliorare tantissimo questi parametri ed arrivare ad affrontare i percorsi con salita azionando un motore che crei costi minimi e di conseguenza una moderata attività cardiaca.

Massimo Santucci 

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