Intolleranza e sport: come mantenersi in forma senza lattosio

intolleranza al lattosio

È risaputo che, per uno sportivo, la condizione di forma dipende da numerosi fattori, sia fisici che psicologici: tra questi ultimi possiamo annoverare lo stress, la stanchezza accumulata e la carenza da motivazione, mentre tra gli altri si hanno lo stato di forma fisica, gli acciacchi e l’alimentazione. Proprio quest’ultima c’entra col tema del presente articolo, giacché spesso e volentieri, nonostante si segua una dieta adatta a noi e all’obiettivo che ci siamo prefissati, si avverte un senso di gonfiore addominale e malessere difficile da spiegare, non riconducibile direttamente alle nostre abitudini alimentari. In questo caso ci potremmo infatti trovare al cospetto di una condizione che colpisce il 50% degli italiani, difficilmente diagnosticabile e molto fastidiosa: un’intolleranza, nello specifico al lattosio.

Che cosa sono le intolleranze e come riconoscerle

Come accennato in sede d’introduzione, le intolleranze sono una condizione difficile da riconoscere, soprattutto se comparate alle allergie, le quali mostrano una reazione del nostro corpo non appena si viene messi in contatto con ciò a cui si è allergici. Un’intolleranza, invece, può manifestarsi anni dopo essersi sviluppata e rimanere sopita. Anche quando avvertiamo i suoi sintomi è complesso individuarla con precisione.

Per essere più puntuali, possiamo definire l’intolleranza al lattosio come l’incapacità dell’organismo di digerire lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati, a causa di una presenza insufficiente dell’enzima lattasi. Per poter riconoscere un’intolleranza, che può essere presente sin dalla nascita oppure svilupparsi successivamente, esistono due test: il primo è denominato test del respiro (“breath test”) e consiste nell’analisi dell’aria espirata dal paziente prima e dopo l’assunzione di una dose di lattosio, poiché in caso di intolleranza si avrà un iper-produzione di idrogeno da parte dell’organismo, per cui rilevare questo elemento dopo l’assunzione di lattosio permette di diagnosticare l’intolleranza.
L’altro test è un test genetico che prevede l’analisi di un campione di DNA e serve a vedere le predisposizioni ereditarie della persona.

Come si è sottolineato più volte, seppure i test siano semplici e non invasivi, spesso i sintomi di un’intolleranza sono confusi con banali dolori addominali o allo stomaco, con un gonfiore che può avvenire per motivi non direttamente legati all’intolleranza o non legati direttamente all’alimentazione, per cui molte volte le intolleranze passano sottotraccia.
Il nostro consiglio è quello di monitorare il proprio corpo, ascoltarlo e analizzare i propri malesseri quotidiani, interpellando il medico di medicina sportiva per una diagnosi qualora si abbiano dei sospetti.

Gli aggiustamenti da fare alla dieta per convivere con l’intolleranza al lattosio

Prima di tutto è bene, in caso di una confermata intolleranza al lattosio, consultare il medico di medicina sportiva per le raccomandazioni del caso.

In generale, ciò che possiamo dire è che dovrebbero valere i seguenti principi:

Sarà dapprima necessario eliminare o quantomeno ridurre di molto (a seconda della gravità dell’intolleranza) gli alimenti contenenti lattosio, tra cui si ricordano – tra gli altri – latte, formaggi freschi e stagionati, cioccolato, burro e margarina.
Dopodiché, sempre su consiglio medico, si potranno reintrodurre minime quantità di questi alimenti nella nostra dieta, poiché il nostro organismo svilupperà naturalmente una resistenza maggiore a ciò a cui era intollerante, alzando gradualmente la “soglia”, ovvero la quantità di lattosio che è possibile ingerire senza incorrere negli effetti negativi dell’intolleranza.
Nel frattempo, per non rinunciare agli alimenti che ci piacciono o non creare scompensi e squilibri all’interno della dieta di uno sportivo, è possibile iniziare a cercare al supermercato tutte quelle controparti dei prodotti che ci interessano specificamente non contenenti lattosio.

Una convivenza con le intolleranze è senza dubbio possibile: la chiave sta nella diagnosi precoce e nel portare pazienza nel combatterle.

Per altri consigli su dieta e alimentazione, leggi qui! 

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