
IronMan, completare un IronMan, il racconto di chi è “IronMan”
IronMan, il racconto di Licio
Ironman Maastricht Limburg
Anche quest’anno affascinato da questo tipo di gare ho deciso di partecipare nuovamente ad un Ironman.
Già da gennaio ho iniziato a cercare sul calendario degli eventi una località che fosse disponibile per periodo distanza logistica. Purtroppo per diverse gare le più blasonate le iscrizioni erano già esaurite e rimaneva quindi nel periodo Zurigo o Maastricht. La prima scartata subito per i più elevati costi dell’iscrizione e di trasferta, la rimanente non era nella mia top ten…. In questa gara, la bicicletta (il mio punto debole) si sviluppa per i 180km (anzi mi correggo, in questo caso 182km) tra Olanda e Belgio proprio nell’unica zona molto collinare dell’Olanda. Forse i più appassionati di ciclismo conosceranno la famosa Amstel Gold Race, gara che si svolge proprio sul medesimo percorso e aree molto simili. L’altro elemento (per il quale mia moglie olandese mi aveva appunto avvisato) era l’insidia del vento che sicuramente non sarebbe mancato. In ogni caso la scelta era quasi obbligata e quindi l’obbiettivo era stato fissato.
Gli allenamenti si sono quindi susseguiti con la dovuta frequenza ed intensità incrementale, che come al solito Massimo ha saputo attentamente organizzare.
Giorno per giorno mi ha portato a sessioni veramente impegnative in assenza di recuperi, ma comunque sostenibili, fondamentalmente giocando sull’alternanze tra le tre disciplina.
Il fisico ha retto, e il più grosso sacrificio sono state le ore di sonno perse. (Già perché una giornata di 24 ore è breve per queste attività ed il lavoro chiaramente viene prima di tutto).
Ma siamo comunque arrivati in forma alla gara.
Il giovedì prima della gara, ho preso quindi il mio primo giorno di ferie per preparare, controllare ed organizzare tutta l’attrezzatura, l’abbigliamento e le varie razione per la nutrizione durante la gara.
Può sembrare banale ma è un’attività veramente delicata …. Una dimenticanza potrebbe giocarti la riuscita della gara.
Altra grossa variabile incerta era il tempo meteo previsto. In Olanda in quel perioda la media era sui 24° ma con una variabilità di più o meno 10°-12°. Previsto quindi soprattutto per la bici tre set alternativi di abbigliamento e accessori..
Venerdì quindi trasferta in macchina di 1100km. Il giorno scelto è stato abbastanza infelice per il traffico di vacanzieri in Svizzera e Germania … ma va bè, un Ironman non si può lamentare … ero seduto comodamente in macchina e non dovevo ne pedalare ne correre!!!).
Quindi sabato mattina arrivato a Maastricht presso la zona cambio.
Fatto il check in, ricevuto numeri pettorale, casco, bici etc. e le buste per le varie transizioni e comincio a prendere visione delle zone cambio e nuoto etc.
Rimonto e testo la bicicletta, predispongo le buste per i 2 cambi. Posizionato quindi la bici sulle rastrelliere, appeso le buste agli appositi ganci numerati e cerco di memorizzare al meglio le ubicazioni. Sono tutte numerate ma con oltre 2000 partecipanti e il livello di lucidità (che almeno personalmente in gara perdo abbondantemente) è sempre utile per non perdersi in quello che poi sembra un labirinto.
Quindi lascio la zona cambio e ritiro il chip. Faccio un’ulteriore merenda a base di carboidrati e poi a cena un po’ controvoglia, sempre a base di carboidrati. Dopo cena due passi per cercare di digerire e alle 9:30 a letto. Di addormentarsi come da copione non se ne parla… l’ansia pregara si fa sentire…
Arrivano le 3:40, sveglia per cercare di fare l’ultima colazione. Con grossa fatica butto giù biscotti plasmon, pane integrale e miele e the….
Aspetto le 5 e poi via alla partenza. E’ freschino, circa 15°, ma gradevole ed asciutto. Un ultimo accesso per controllare la bici e riempire le borracce.
Ancora un po’ di tempo da perdere e poi mi preparo per il nuoto. Indosso la muta e vado a mettermi in fila.
In quest’occasione, a parte per i professionisti, la partenza sarà con una “Rolling Start”.
Faranno entrare nell’acqua circa 10 persone ogni 5 secondi e chiaramente con l’ingresso si avvierà il tempo tramite il chip. Gli atleti si mettono in fila in diverse griglie ordinate per il tempo previsto per il completamento della fase nuoto. Per il mio tempo presunto entro nella griglia dell’ora e 10’.
Ancora lunga attesa, viene suonato l’inno nazionale olandese e dopo un colpo di cannone partono gli uomini professionisti poi le donne e poi con tutti gli altri. La processione per entrare nell’acqua è lunga. La tensione sale ma finalmente entro nell’acqua….. e via per questo lungo viaggio di 226km (anzi qui 228)…
L’acqua del fiume è veramente sporca, non si vedono neanche le mani, ma tenere la direzione è abbastanza facile.
Nuota, nuota, nuota e si passa sotto le arcate di 3 ponti e a metà gara si arriva ad un isolotto che fa da giro di boa dove si esce si corre 60 mt di corsa e ci si rituffa e si ritorna indietro.
Di nuovo ripasso sotto uno ad uno ai tre ponti ed ad un quarto, che al ritorno ti porta l’ultima boa dalla quale rimangono 100mt all’uscita. Eccomi allo scivolo, esco dall’acqua e il cronometro mi dice 1h e 5’! Meglio del previsto, ma questa manciata di minuti con tutto quello che mi aspetta, ancora ha ben poco significato.
Aprendomi la muta e liberando la parte superiore del corpo corro verso la zona cambio. Prendo la borsa mi cambio nella tenda e proseguo alla ricerca della bicicletta che non trovo subito…. (Ingannato da dei numeri della rastrelliera opposta, penso di averla superata torno indietro e poi riparto… “Mi dico stai calmo e ragiona…”. La trovo la accompagno ed esco dall’altra estremità della zona transizione dove posso salire in bici. (Tanto per dare un’idea dall’uscita dall’acqua all’inizio bici sono circa 750 mt di distanza…).
Si parte, è molto nuvoloso ma ancora asciutto. E via con una serie di strade secondarie si lascia la città e comincia il percorso con le prime colline. Cominciano quindi anche le prime “pettate”, sono tutte molto fattibile perché corte, ma spezzano il ritmo.
Finalmente si arriva in zone di piena campagna, dove spero si potrà cominciare ad andare con regolarità senza continue frenate e rilanci. Ma invece la sorpresa, mi trovo su strade strette con fondo relativamente irregolare composte da tratti brevi che terminano perpendicolari sul successivo. L’idea quindi di una gara di regolarità, in assetto basso sulla bicicletta da crono si allontana.
Andiamo comunque avanti. Entriamo in Belgio e il percorso è simile. Passiamo all’interno di alcuni paesi ma anche qui rotonde, curve a gomito e tratti di pavè. Solo al termine del primo giro (70° km circa) si arriva ad un lungo fiume e per una decina di km, riesco a rilassarmi e lo attraverso con una media di circa 37km/h. Ciò riporta la media del primo giro a 30.2. Si arriva nuovamente a Maastricht, si attraversa il centro che è molto bello, la gente ti applaude e ti incoraggia, ma il fondo in pavè qui è terribile. Biciclette davanti a me perdono borracce, pompe, camere d’aria, e lo staff dell’organizzazione inviata tutti a rallentare. 91km superato e via quindi per il secondo giro. Questa volta la pioggia comincia ad essere più seria e si alza vento.
Le strade bagnate diventano scivolose anche per un velo di fango che viene dai campi che attraversiamo. In più diverse griglie o lastre di metallo che coprono delle canale sugli incroci, diventano veramente un pericolo in curva. Vedo diverse cadute, per fortuna non troppo gravi. Ecco che quindi comincio a usare molto di più i freni nelle discese e agli incroci, perdendo tutte le preziose inerzie e stancandomi per le successive ripartenze. Il secondo giro si conclude quindi con una media più bassa e con una stanchezza ben maggiore del previsto.
Scendo dalla bici, alla fine 6h08’ per 182 km.

Via quindi di corsa a rimettere la bici sulla rastrelliera e poi in zona cambio. Lascio il casco, cambio scarpe, prendo i gel a base di carboidrati, metto il numero davanti e via si riparte.
Le gambe vanno… ma non come vorrei.
Sono 4 giri da 10.5Km con un dislivello positivo totale di circa 500 mt. Il percorso è infatti leggermente mosso, ma al 4° km c’è una breve salita di circa 150 mt che si inerpica seriamente, al 10-15% (per i podisti locali era molto simile ai 150mt del Valentino…). Può sembrare poca cosa, ma in una maratona che viene dopo circa 7h di endurance continuo, fanno male….
Rallento, stringo i denti ma le salgo per tutti e 4 i giri correndo.
E’ dura, ma giro dopo giro nonostante perda velocità (il passo al km medio sale di circa 10” ad ogni giro), ma non mi fermo ne vado mai al passo, neanche ai ristori.
Prendo al volo e mangio e bevo correndo.
Provo a spingere di più, ma purtroppo mi rendo conto che la falcata è inesorabilmente breve e pesante. L’unica cosa che mi rincuora è che nonostante questa lentezza riesco a recuperare e superare altri atleti più lenti.
Lungo il percorso il sostegno del pubblico è continuo e significa molto per distrarsi dalla fatica.
Mi pongo piccoli obiettivi intermedi per andare avanti più facilmente… “Dopo la salita ci sarà una lieve discesa…”; “Dietro quell’angolo ci sarà il ristoro…”, e così via.

Nonostante tutto, il tempo passa rapidamente e come d’incanto mi trovo ad affrontare l’ultimo giro e prendo la deviazione per chi ha completato la gara.
È un corridoio con le tribune del pubblico che esultano per ogni atleta. Negli ultimi 50 metri inizia il tappeto nero e rosso e delle cheer leaders festeggiano l’arrivo di ogni atleta. Quindi lo speaker chiama il mio nome e recita la frase di rito: “Licio You are an Ironman!”
E’ fatta, il Garmin mi da la maratona in 3h e 50’ (media di 5’27”/km) , guardo subito lo schermo sull’arco dell’arrivo per vedere il tempo globale: 11h14’37”. Non sono sceso sotto le 11h come avrei voluto dentro di me, ma sono comunque migliorato rispetto la volta scorsa, ed ho comunque terminato un’Ironman…
Mi mettono al collo la medaglia di finisher, un bel pezzo di metallo duramente sudato. Non solo durante la gara ma in tutti lunghi mesi di preparazione.

Con il senno di poi mi dico che forse avrei dovuto osare di più in bici nelle discese, ma poi vedo alcuni atleti ritirati con evidenti segni di caduta da bici, 2 on il braccio al collo. Ripenso quindi come sarebbe stato più sconfortante e deludente non poter completare la gara! Mi convinco quindi che va più che bene così.
Sono stanco ma tutto sommato ancora abbastanza in forma! Cala la tensione e comincio ad aver freddo. Faccio quindi una doccia calda che mi ravviva. Mi riprendo ulteriormente mangiando qualcosa di più solido; il Garmin senza il nuoto, mi segnalava di aver bruciato più di 8000 kcal… !
Dopo un’ora sono nuovamente tra le vie di Maastricht ma come un Ironman finisher. Orgoglioso con la medaglia al collo, applaudo gli altri atleti che sono ancora sul percorso …. In meno di 11 mesi ho completato 2 Ironman!