Ironman per la terza volta

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Ironman per la terza volta

di Licio Torre

Ironman per tre volte come tre sono le discipline: Nuota per 3km e 800 metri, pedala per 180 km e per finire corri i 42km di una maratona.

Non c’è due senza tre e così è stato anche nel 2017.

Massimo mi ha chiesto gentilmente di scrivere un articolo da pubblicare nel suo sito e, più che lusingato, ho detto subito di si.

È passato esattamente un mese ed in realtà ho poi pensato più che descrivervi la gara, cosa già fatta in dettaglio negli articoli delle due gare precedenti, forse sarebbe stato più interessante raccontarvi anche del perché si decide di rifare un Ironman, con tutta ciò che comporta, specialmente durante la preparazione.

Di fatto era dallo scorso anno che non avevo mai sospeso gli allenamenti quasi giornalieri, ma non ostante ciò, sentivo il desiderio di renderli sistematici e intensificarli per orientarli verso il vero endurance…

Nell’ambiente si parla di “Ironman Life” e probabilmente è vero! Tutto questo diventa infatti uno stile di vita.

A gennaio la scelta era stata nuovamente fatta! Ho comunicato quindi a Massimo che verso agosto avrei fatto una nuova IM, non sapevo precisamente dove e quando ma l’obiettivo era certo.

Nei mesi successivi sarà poi nuovamente l’Ironman del 27 agosto di Vichy ad essere prescelta.

iron vichy
Iron Vichy

L’idea di riprendere allenamenti impegnativi e continui non mi scoraggiava, ma anzi mi eccitava. Può sembrare una cosa strana, ma si casca in una sorta di dipendenza da “endurance”.

Se una giornate priva di attività sportiva era diventata impensabile, stava diventando altrettanto frustrante l’assenza almeno di un allenamento lungo (almeno 4-6 ore), una volta alla settimana.

Sono due i fattori che entrano in gioco, il primo, più comune alle altre discipline di endurance, è il bisogno di sfidare i propri limiti, spostando l’asticella sempre un po’ più in alto….
Nell’Ironman non si tratta tanto di essere veloci o scattanti, ma di saper durare. Perciò la lotta non è tanto contro il tempo quanto contro la fatica, contro i propri limiti personali. La bellezza dell’Ironman sta soprattutto nella scoperta che puoi superare quelli che credevi fossero delle barriere insormontabili, che puoi fare uno sforzo del quale non credevi potessi essere capace.

Il secondo fattore è un po’ più particolare. Si rifà infatti al bisogno di un momento dedicato alla costrizione e all’autocontrollo. Proprio questa costrizione diventa poi fonte di un piacere particolare.
E’ una cosa che sicuramente risulta assurda a chi non fa sport a un certo livello. Ma il risultato è “Stare bene con se stessi” vivendo secondo una disciplina autoimposta. Probabilmente i cugini ultratrailers sanno di cosa sto parlando!

Questo status non solo comporta un grande benessere fisico ma soprattutto mentale, psicologico. Sei più sereno, dormi poco ma meglio, usi le lunghe ore di allenamento anche come momenti di meditazione. In effetti quando si fanno 12 o più ore di allenamento settimanale, parliamo di lunghi momenti di solitudine e di concentrazione, cosa che nella quotidianità dei giorni nostri è molto difficile regalarsi.

L’unico vero sacrificio (almeno per me) sono state le numerose ore di sonno perse …..

Chiaramente conciliare gli allenamenti con il lavoro (che tra l’altro mi porta spesso a viaggiare) non è stato sempre facile, e la normale conseguenza è stata sempre intaccare le ore di sonno.

E’ sicuramente un percorso lungo, ma se ce la volontà e chiaramente la guida professionale di un coach come Massimo, settimana dopo settimana i lavori apparentemente sfidanti diventano normali, quelli che sembrano sacrifici diventano abitudini e così pure le distanze irraggiungibili diventano a portata di mano.

Quindi i sei mesi di allenamenti sono trascorsi con serenità.

Dopo tanta preparazione arriva finalmente la settimana della gara.

I preparativi ancora prima del viaggio di avvicinamento, diventano certosini.

Le esperienze dirette in gara e in training e quelle indirette viste sugli altri concorrenti ti suggeriscono di stare attento ad ogni dettaglio. (Per darvi un’idea c’è una guida sulla logistica della gara che consta di 25 pagine… e non comprende il regolamento di gara… )

Su una durata ed una distanza così importante, l’imprevisto è sempre in agguato e ti può vanificare il duro lavoro di mezzo anno di preparazione ed un investimento economico tra iscrizione e viaggio altrettanto non trascurabile.

La preoccupazione di dimenticarsi qualcosa e (almeno per me), il terrore dell’inconveniente tecnico nella frazione in bici ad es. paura del guasto meccanico, della foratura etc.. Cose forse banali ma sulla quali non sono mai stato molto a mio agio.
(Per regolamento sul percorso è esplicitamente vietato ricevere aiuto dall’esterno, anche sul mezzo…)

Ho cercato quindi di fare tutto il possibile per prevenire o mitigare i principali rischi. In barba alla ricerca di essere il più leggeri possibile avevo montato copertoni rinforzati con camera d’aria, con me avevo lo smagliacatena e la relativa falsa maglia per eventuale riparazione, un minimo di chiavi per eventuali serraggi del nastro isolante…etc.

Quindi check list e svolto il ricontrollo di tutto quello che serviva.

Nonostante tutte le accortezze, dalla sera prima la tensione saliva alle stelle… Quindi la mattina della gara sveglia alle 3:50 – colazione – raggiungere il campo gara – ultimo controllo alla bici posizionata in zona cambio la sera prima.

Ricevuto quindi la conferma che la muta sarebbe stata vietata per la temperatura dell’acqua, ci si avvia alla lunga processione di circa 1800 atleti, che puntuali dalle 6:50 partono a 3 alla volta ogni 4 secondi per la prima frazione di nuoto con la rolling start. Un serpentone infinito, ma assolutamente più tranquillo delle “tonnare” che accadevano nelle partenze di massa…

ironman
frazione nuoto

Il cielo era ancora scuro e onestamente i primi 900 mt si capiva che la direzione era quella, ma la boa non si vedeva.

Poi pian piano il sole che si era levato aveva permesso di vedere un po’ meglio il resto del lago

1900 mt si esce si corre per circa 50 e ci si tuffa di nuovo per un secondo tratto di pari distanza. Vedo con soddisfazione che negli ultimi 900mt supero diversi atleti partiti prima di me. Concludo quindi la frazione in 1h e 16’ tempo più elevato del previsto, ma non avere la muta costa circa 5-10’ su quella distanza. Inoltre il Garmin mi segnala 4044 m! Pago oltre 200 m di i zig zag sul percorso, quindi il passo medio tenuto è di 1’53”/100m, tutto sommato accettabile.

Quindi via alla zona cambio e si passa in 5’ alla bici (anche questo tratto non è poi brevissimo il Garmin mi segnala ben 560m dall’acqua a quando poi si può salire e partire in bici….).

E via per i 2 giri in bici da 90 Km attraverso il paesaggio delle campagne Francesi, un percorso sempre mosso ma abbastanza dolce che si concluderà con un totale di 1200m di dislivello positivo.

Questa frazione la faccio con molta regolarità, mi nutro e mi idrato regolarmente, non azzardo mai troppo nelle discese e concludo i 180km in 5h43’ con una buona media. La temperatura esterna man a mano sale; è diventato caldo. Sono soddisfatto! (E sfido chiunque a non esserlo, anche solo per il fatto di essere riuscito a rimanere seduto ininterrottamente per quasi 6 ore su un sellino….)

Rientro nella zona per il cambio successivo, salto giù dalla bici e mi cambio per la frazione di corsa, inevitabile sosta fisiologica e in 5’ si riparte per la maratona (4 giri da 10,5 km).

maratona
frazione corsa

Il sole picchia e come due anni fa so’ cosa mi aspetta.

Provo ad andare un po’ più piano sin dall’inizio (attorno ai 5’/km sapendo che tanto dopo arriverà un rapido declino del passo).

Primo giro ok, secondo abbastanza, la mezza è fatta. Terzo giro comincio ad accusare. C’erano ristori circa ogni 2,5km e getti d’acqua per refrigerarsi , ma nonostante in ciascuno bevessi acqua, sali, cola mi sentivo continuamente assetato.

Poi improvviso crampo alla pancia ed inevitabile problema intestinale difficile da controllare. Ho dovuto fermarmi un secondo per poi camminare con non poche difficoltà sino alla prima toilette per non perdere la mia dignità….

Perso un po’ di tempo, ma poi riparto; la fatica è tanta e le gambe si vanno avanti ma il passo diventa sempre più corto.

E’ qui che devi riuscire a trovare quelle energie che avevi dimenticato, e superare un limite che ti sembrava insormontabile.

Qui comincia il dolore e ti chiedi perché l’hai fatto. Dentro di te dici: “Mai più!!!”.

Qui entrano quindi in gioco la testa e il cuore! Per andare avanti ti devi focalizzare verso la soddisfazione e in un certo senso anche il piacere, che ti aspettano se arriverai in fondo al traguardo.

Quindi stringi i denti e vai avanti; il passo rallenta sino a 5’50-6’/km. Non ostante sia lentissimo sorpasso ancora quasi tutti e questo mi rianima un po’.

Anche il caldo esterno a 35° non lo percepisci più… pensi solo a mettere un piede davanti all’altro e ad andare avanti, Km dopo km, finché si avvicina il 40°.

Qui dall’altra parte del lago intravvedi l’arrivo e senti lontano lo speaker che parla. E’ la meta.
Oramai è fatta, nulla mi può più fermare, devo andare a chiudere! Dal nulla vengono fuori le energie che non sapevi di avere e che ti permettono di fare l’ultima salita per l’ultimo ponte e percorrere gli ultimi 2 km quasi a 5’/km (lo so’ una velocità quasi ridicola… ma dopo circa 224 km di strada….).

Infine l’arrivo tra le tribune dove tutti ti acclamano e lo speaker preannuncia il tuo arrivo e recita quando passi l’arco la fatidica frase: “Yes you are an Ironman!” E dentro di me aggiungo: ”Si dopo tre volte lo sono e non è più un caso!”

La maratona la chiudo quindi in 3h50’56”, il tabellone segnerà il tempo totale di 11h00’ e 33”….

Volevo scendere sotto le 11h e quei soli 33 secondi mi bruciano un po’. (Sarebbe bastato avere la muta nel nuoto…)

Ma poi mi dico: “Hai completato un altro Ironman e così sia!”.

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