Dopo l’IronMan arriva il sotto 3h

eindhoven marathon

Maratona di Eindhoven. Il racconto di Licio Torre. 40 giorni dopo essere diventato IronMan, arriva il personale in maratona. Demolito il vecchio personale ed infrante le 3 ore

Maratona di Eindhoven, il sotto 3h

La gara, le considerazioni

In generale mi sentivo bene, avevo recuperato bene l’IronMam e soprattutto dopo la lunga preparazione fatta, ero consapevole che il “motore” aveva guadagnato alcuni CV.

Però non pensavo così tanti!

Ero in forma e le condizioni ad Eindhoven erano ideali. Era una bella giornata limpida, molto fredda (2-3° C alla partenza) ma con quell’aria secca, ottima per correre una lunga distanza (ben altra cosa rispetto il 36° di Vichy).

Mi sono coperto un po’ di più e scaldato bene prima di partire. Per fortuna alle griglie non c’era quella solita calca da “scatole di sardine” per cui anche in attesa del via, ci si poteva continuare a muovere per rimanere caldi.

Sono partito e prima di guardare il Garmin ho cercato di trovare una velocità di crociera “economica” a sensazione. Mi sono subito insospettito quando ho passato un pace maker non ufficiale, che aveva il palloncino delle 3h. Però mi sono detto: “Non hai nulla da perdere per cui proviamo”.

Mi sono quindi accodato ad un gruppetto di altri runners con un passo in linea al mio che procedevano regolari tra i 4’10” – 4’15” al km, e via così.

Km dopo km con delle variazioni minime il tempo passava e le sensazioni rimanevano buone.

Ho passata la mezza in 1h28’45”. Sino a qui è facile, fra un po’ verrà il bello.

Il gruppetto comincia quindi a perdere pezzi e man a mano cominciamo a trovare i primi “scoppiati” per strada.

Per me in realtà tutto ha continuato a filare liscio. A circa 150 mt dal 30° km volevo prendere l’ultima bustina di carbo gel, ma mi cade, quindi dietro front per recuperarla per terra. Mi chino in corsa ma con movimenti maldestri mi scappa di mano un paio di volte e devo fare uno sprint per recuperare il gruppo. Sembra una stupidaggine, ma un cambio di direzione, uno stop e poi uno sprint sappiamo quanto possano impattare su certi equilibri….

In ogni caso passo il 30° km e di nuovo vedo un tempo per me eccezionale: 2h06’!

Quindi continuo, il gruppetto si sgrana e si è riduce a 3 superstiti…

Al 35° inizio a sentire un po’ di crisi e devo calare un po’. Guardo il Garmin, ma vedo che è poca roba, sono solo pochi secondi al km.

Al 39° il gruppo non c’è più, 2 si perdono e il terzo in maggiore forma sprinta via.

Realizzo a questo punto che chiudere sotto le tre ore non è più un miraggio; anzi è veramente a portata di mano mettendo in conto anche una eventuale piccola crisi.

Ma ne ho ancora, e quindi spingo sino in fondo. Arrivo al 40° e sono in pieno centro della città.

Il pubblico è veramente caloroso e quindi mi volano gli ultimi 2 km.

Vedo il traguardo a circa 500, ho un 5-6 runners poco avanti a me, sono “a tiro”.

Mi faccio quindi forza e tiro lo sprint finale, vedo il cronometro che segna le 2h57’, via via!

Stringo i denti e spingo sino in fondo.

Ho recuperato quelle 5 posizioni e il cronometro scavalla ai 58’, ci sono riuscito.

Ho rotto il muro delle 3h e sbriciolato il mio precedente personale in maratona!

(In realtà il real time finale ancora meglio: 2h57’55”)

Ho finito la gara, sono provato, ma sto bene mi faccio la doccia mangio qualcosa e dopo poco sono già sull’autobus per l’aeroporto per prendere il volo di ritorno.

Licio

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