Maratona: dalle origini fino alla democratizzazione

la storia della maratona

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La maratona. Due millenni e mezzo dopo la leggenda di Fidippide (o Filippide), ad oggi il maratoneta possiede un marchio incancellabile, è testimone di un’impresa, un traguardo, una soddisfazione.

Diventare maratoneti significa superare una prova molto dura, che forse in questi anni di moda del running e di democratizzazione della corsa, tende ad essere sminuita o creduta facile. Non è così se pensiamo che possiamo concluderla solo dopo settimane di allenamenti intensi, sacrifici, dedizione fisica e mentale all’obiettivo spesso monacale.

Ripercorriamo brevemente la storia della Maratona, distanza regina dell’Atletica: come nacque, come si sviluppò. Sapere come è iniziata la passione per questa distanza, è in qualche modo riuscire a farne parte, anche dal punto di vista storico.

Si affrontano ad oggi due leggende. La prima dice che il 13 settembre del 490 a.C., in Grecia, gli Ateniesi respinsero un attacco dei Persiani a Maratona, città situata 38 km a nord-est di Atene. In seguito a questa vittoria, secondo Erodoto, Milziade inviò Fidippide ad annunciare la vittoria agli ateniesi. Il povero Fidippide, dopo una estenuante battaglia, esattamente non nel pieno delle forze, con calzature non proprio comode e con un allenamento non proprio adeguato, ubbidì tuttavia agli ordini e percorse in 4 ore i 38 km di distanza tra le due città. Giunto ai piedi dell’Acropoli ateniese disse: ‘Abbiamo vinto!’ e morì poco dopo per l’immane sforzo.

Accanto a questa affascinante (non proprio affascinante per il povero Fidippide) leggenda ne troviamo un’altra, con sempre protagonista Fidippide. Si dice infatti che questi, sempre in occasione della guerra con i Persiani, non percorse 38 km, ma bensì 246 km in 36 ore (!) per andare a chiedere aiuto all’altra potenza greca di quei tempi (Sparta).

Mentre questa seconda versione ha ispirato la creazione dello Spartathlon (che si corre dal 1983, in onore dell’itinerario di Fidippide), la prima è quella che fu suggerita al barone Pierre de Coubertin, che per i primi Giochi Olimpici Moderni decise di organizzare una corsa tra Maratona ed Atene (con Atene 1896 prima città ospitante dei Giochi). La prova fu vinta come forse ricorderete dal giovane pastore Spyros Louis (che abbiamo già trattato sulla nostra pagina). La distanza, inizialmente di 40 km, fu ripetuta ai Giochi di Parigi 1900 e a Londra 1904, con 2195 metri in più. L’origine di quell’allungamento stava in un capriccio del re. La Maratona, che partiva davanti al castello di Windsor per permettere ad Edoardo VII e famiglia di assistere allo spettacolo, fu all’ultimo minuto allungata fino al White City Stadium (dove il re aveva la sua tribuna personale). Successivamente fu decretato, nel 1921 che la distanza della Maratona sarebbe sempre stata di 26 miglia e 385 yards, gli attuali 42 km e 195 metri.
Quando vi troverete agli ultimi fatidici 2195 metri della vostra futura maratona, pensate che se non fosse stato per un capriccio di un sovrano, avreste finito (più) facilmente ai 40 km!

La Maratona è diventata così disciplina Olimpica e negli ultimi 40 anni non solo, molto di più. È diventata un testimonial del raggiungimento di un limite, di come ognuno, a modo suo, possa compiere un’impresa tutt’altro che facile. È diventata occasione per viaggiare, conoscere, conoscersi, divertirsi, stare in salute. È e sarà occasione di divertimento, soddisfazione, di unione. Un modo di essere per ognuno di noi, per un giorno, o magari per sempre, a modo proprio, un piccolo, grande Fidippide.

Leggi anche “La storia della Maratona: dalle origini alla maratona moderna” 

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