Maratona di Berlino 2024

Maratona di Berlino 2024

Il racconto di Stefano Muzzarelli

Una nuova maratona per Stefano. Ancora un traguardo prestigioso e crono fermato a 3:00:47.

Per poco non è PB, ma in questo caso la preparazione era più che parziale, quindi soddisfazione massima. Un passo alla volta è cresciuto fino a diventare maratoneta dentro e lo spreco di energie è pressoché nullo.

Entriamo nel suo racconto

La gara devo dire che è stata molto bella; clima perfetto per correre e scenario strepitoso: peccato non mi sia accorto di nulla (!). Sono entrato in una specie di bolla, quando ho visto che nel cancello prima del mio, comunque molto ristretto, solo una ventina di metri più in là c’erano gli atleti élite che poi si sono giocati la gara. È stata un’emozione forte e stentavo a credere di trovarmi lì, pensando anche a quando, nel 2021, partecipai e mi ripromisi che sarebbe stata una, l’unica ad oggi, che avrei voluto/dovuto ricorrere perché mi era rimasto con lei un conto aperto per un sacco di ragioni. Me la sono ripresa con gli interessi, direi. 

L’ho corsa senza aspettative, senza guardare il crono, cercando di trovare un passo costante da portare più avanti possibile. I primi km sono volati e mi sembrava di non aver consumato alcuna energia, stavo bene e soprattutto nessun dolore o fastidio. Da quanto poi vedo sui tempi, sono stato davvero puntuale senza flessioni, dall’inizio alla fine. 

Le sensazioni, che erano buone all’inizio, hanno lasciato spazio ad un’ultima frazione (7/8 km), abbastanza critica; infatti ho dovuto attingere a tutta la concentrazione possibile per non scompormi nell’azione e mantenere la linea costante del ritmo. Mi ero a quel punto reso conto, vedendo sui tabelloni del tempo gara ai vari passaggi, che ero in linea con un risultato per me molto buono (che non credevo però così buono) e, ormai, già che c’ero, non volevo buttare via quanto di positivo fatto fin lì, sempre se ce l’avessi fatta. Comunque provarci. 

A differenza di Londra in cui ho gestito lucidamente la gara e sono riuscito anche a spingere nei km finali, qui avrei voluto più o meno adottare la stessa strategia, cercando di stare conservativo il più possibile ed avere tempo per incrementare negli ultimi km, ma il doppio delle forze e della concentrazione mi ci sono volute non per spingere, ma per mantenere e non flettere. 

Un paio di km di crisi nera, che poi, come tutte le crisi, passano, basta tenere duro. Arrivato al traguardo con le ultime briciole di energia, consapevole di avendo dato davvero tutto questa volta. Posso dirlo anche perché, a differenza di Londra dove il recupero di fatto è stato super rapido, qui ancora oggi ho le gambe a pezzi muscolarmente e mi rendo conto di aver chiesto probabilmente di più di quello che avevo. Ma ci sta, va bene anche questo, alle volte. Tutta esperienza e consapevolezza che entra per il futuro. Non sono affatto preoccupato, nulla che un po’ di riposo non possa risolvere.

Leggi anche “Maratona di Londra, riflessioni

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