Correre nel bosco con una mappa e una bussola: questo in due parole è l’orienteering, la mia prima passione e ciò che più mi ha avvicinato al mondo della montagna e della corsa.
L’orienteering è chiamato lo “Sport dei Boschi” perché questo è il suo campo di gara ideale ma si può praticare anche in altri ambienti quali centri storici, parchi pubblici, campagna. È nato in Scandinavia alla fine del XIX secolo e, tutt’oggi, questi paesi sono i maggiori rappresentanti a livello mondiale.
Gli atleti, avendo a disposizione una mappa ed una bussola, devono raggiungere, nel minor tempo possibile, alcuni punti di controllo posti in sequenza ed evidenziati sulla carta e sul terreno, con scelta libera dell’itinerario. Orienteering è anche agonismo e sana competizione, dove prevalgono il rispetto del prossimo e dell’ambiente circostante; in tutte le tipologie di gara, nazionali e/o internazionali non ci sono limiti di età e i percorsi sono opportunamente tracciati tenendo conto delle prestazioni atletiche di ciascuna categoria.
Da alcuni anni a questa parte, il canale sportivo della Rai trasmette la registrazione delle più importanti competizioni sul nostro territorio.
I miei primi passi in questo sport li ho avviati all’età di 5 anni, ancor prima di imparare a leggere un libro ho imparato a leggere e comprendere una mappa ed è subito venuto fuori il mio spirito competitivo e agonistico, nessuno mi doveva superare!
Ma è solo all’età di 16 anni, dopo una lunga parentesi nel mondo del calcio, che ho deciso di dedicare i miei sforzi e le mie risorse unicamente a questa attività. Da qui ho iniziato il mio percorso atletico con Massimo che da allora, con costanza e dedizione, mi ha permesso di raggiungere i vertici sportivi in questa disciplina e non solo.
Nella corsa d’orientamento doti atletiche e tecniche si equivalgono: oltre ad avere una buona tenuta fisica, indispensabile per competere ad alti livelli, si deve acquisire una capacità decisionale reattiva ed efficace nel saper interpretare al meglio i dettagli della cartina per tutta la durata del percorso. Ogni gara si sviluppa su tracciati e terreni inediti che l’atleta deve “leggere” nell’immediato, così come le distanze variano da percorsi più brevi e veloci di 12/15’ (prevalentemente in contesto urbano) a gare più lunghe e fisicamente impegnative che possono superare l’ora e mezza.
La preparazione atletica tocca quindi una vasta gamma di abilità che necessitano di essere sviluppate durante tutto l’anno, combinate, di pari passo, ad allenamenti più specifici con la mappa che simulano il contesto di gara.
Solitamente durante la settimana mi dedico a sedute fisiche con il mio allenatore, alternando sessioni più brevi, veloci ed intense (ripetute, fartlek…), ad uscite più lunghe e muscolari, necessarie a fornire una buona preparazione aerobica di base. A completamento sostengo esercizi di potenziamento, stabilità e propriocezione.
Nei weekend, invece, se mi è possibile, ne approfitto per raggiungere luoghi mappati in cui concentrarmi maggiormente sull’orientamento. Raduni con la squadra nazionale e con il mio club, in Italia o all’estero, sono ulteriori occasioni per confrontarmi sugli aspetti puramente tecnici della disciplina.
Correre nel bosco, da solo, mi regala sensazioni uniche. L’idea di riuscire a cavarmela in una situazione sconosciuta con l’ausilio di pochi strumenti essenziali e delle mie sole capacità, aumenta i livelli di adrenalina, la sfida si fa stimolante e tutta la mia attenzione viene catturata da ciò che mi circonda, è come se mi sentissi in una bolla dove corpo e mente entrano in sinergia. Nelle competizioni notturne queste sensazioni sono ancora più amplificate, il livello di difficoltà aumenta e il buio rende l’atmosfera più imperscrutabile.
Questi momenti aiutano ad accrescere la propria autostima e la consapevolezza di sé, dei propri mezzi e delle proprie abilità; ogni atleta è diverso e ragiona in modo diverso, rendendo questo sport particolarmente unico e imprevedibile.
Il piacere di correre nei boschi, spesso in contesti unici di alta montagna, mi ha avvicinato anche alle specialità di trail, skyrunning e corsa in montagna, permettendomi di raggiungere ulteriori soddisfazioni e traguardi. La preparazione e le abilità di un ottimo atleta di orienteering ben si allineano, infatti, con i requisiti fisici richiesti in queste discipline e la mia stagione corrente credo ne sia la dimostrazione.
Per tutti coloro che volessero approfondire:
FISO (Federazione Italiana Sport Orientamento)
G.S.Orienteering Folgore asd (gruppo sportivo in cui sono tesserato)
Ilian Angeli