
“Ciao, mi chiamo Michela Migliore e sono una appassionata di Trail Running. Ho 34 anni, svolgo la professione di avvocato ed ho una bambina di 8 mesi. Vivo in provincia di Pisa, ma sono originaria di Avola, provincia di Siracusa. Ho iniziato a correre proprio qui a Pisa fra le sue strade e mi sono innamorata della montagna grazie alle vicine Alpi Apuane. Adoro la Toscana, la sua natura e i suoi colori”.
Michela ci concede qualche minuto del suo prezioso tempo per una breve intervista a CorseInVetta
Qual è il tuo primo ricordo legato alla corsa? E il più bello?
Il mio primo ricordo legato alla corsa risale a quando avevo 8 anni. Vivevo insieme alla mia famiglia in un condominio, con un giardino di proprietà grande come un parco dove tutti noi bambini ci ritrovavamo a giocare il pomeriggio.
Sono sempre stata una bambina che amava lo sport ed un giorno, senza nessun motivo, ho deciso che dovevo vedere per quanto tempo riuscivo a correre di continuo. Quel giorno mi sono resa conto che: più correvo, più mi piaceva, più superavo il limite, più le endorfine facevano il loro lavoro.
Probabilmente, ripensandoci ora da adulta, avrò corso un’oretta e qualche minuto in più. Quella sera non ero stupita più di tanto di quello che avevo fatto, ma ero felice e avevo una sensazione di sicurezza in me. Sono tutti tasselli che sono rimasti nel mio modo di vivere la corsa.
Il ricordo più bello, invece, è la mia prima volta sui monti pisani. Facevo parte del gruppo Pisa Road Runners, che ha una sezione anche di trailer. Mi sono aggregata senza sapere minimamente a cosa andassi incontro. Mi bastava sapere che ero in compagnia di amici e si andava a correre.
“Portate l’equipaggiamento per la pioggia” ci dissero. Tutto è iniziato da un giorno in cui pioveva, non si vedeva niente per la nebbia ed eravamo completamente infangati. È stato un giro semplice, ma per la prima volta ho conosciuto la fatica di correre in montagna, la bellezza della natura e la genuinità che il mondo del trail running ha. Mi sono lasciata travolgere totalmente.
Ho conosciuto un gruppo di persone che, poi, sono diventate miei amici e da quella volta ho sempre di più praticato corsa in montagna e mi sono allontanata dalla corsa su strada.
Ricordi quando hai deciso che questa passione ti avrebbe accompagnato per tutta la vita?
Come dicevo, sono sempre stata una bambina sportiva. Facevo basket, tennis, palestra e, per un periodo, anche nuoto.
Però ho avuto un periodo di “stop” perché avevo iniziato a fare danza. Mi piaceva molto, ma l’ambiente era pessimo. Si badava molto all’aspetto fisico, alla magrezza che veniva esaltata, senza troppi filtri. Erano i primi anni 2000 e non c’era nessuna sensibilità su questi temi. Io per tutta risposta passai da avere un fisico atletico ad aver messo su dei chili: non mi vedevo bene, non ero serena.
Poi, invitata da altri amici, andai a correre un pomeriggio di agosto. Un caldissimo pomeriggio di agosto. Ho iniziato, come molti, per perdere qualche chiletto. Più tardi ho capito che non era il perdere peso che mi soddisfava della corsa.
Ho iniziato a mettere i chilometri in fila e a conoscere posti nuovi, amici nuovi. Io stessa ho avuto una trasformazione dentro di me. Correre mi fa ricordare tutti i giorni di quanta grinta e determinazione sia capace di tirare fuori.
Non solo: mi ricorda, anche, di quanto sia grata, felice e di buon umore. Correre fa uscire la parte migliore del mio carattere.
Pratichi Trail? Se sì, quando ti sei avvicinato a questa disciplina?
Si, pratico trail. Da quando ho scoperto che esiste, quindi (più o meno) dal 2016/17.
Mi sono avvicinata a questa disciplina grazie ai Pisa Road Runners. Ho corso il mio primo Trail proprio sui monti pisani con questa squadra e rimarrà uno dei miei ricordi più cari. (La prima volta l’ho raccontata nella prima risposta quindi non mi soffermo su questo punto)
Preferisci allenarti da solo o in gruppo?
È difficile rispondere a questa domanda, perché ho bisogno di entrambe le cose. In generale sarei per la corsa in gruppo: si scherza e si fa fatica insieme; però mi rendo conto che spesso ho bisogno di correre da sola, ascoltando il mio passo e concentrandomi sul mio ritmo.
A prescindere dall’esito, cosa provi dopo un allenamento o dopo una gara?
È difficile che dopo una qualsiasi corsa sia di cattivo umore, anche se i tempi non sono stati quelli sperati. Non sono molto legata ai numeri, come chiunque vada piano è giusto che sia. Mi interessano molto di più le distanze. Ecco, magari fare pochi chilometri o non esser riuscita a finire il percorso prefissato potrebbe darmi fastidio.
Vivo la corsa come un momento per stare bene, per divertirmi, per essere felice. Quindi il mio spirito è sempre di gratitudine per avere la possibilità di viverla così, per avere questo rapporto con lo sport.
Hai una gara che ti porti nel cuore?
La gara che mi porterò sempre nel cuore è il “Cortina Trail” del 2022: la prima volta che affrontavo 2600D+.
Vivere l’esperienza dell’Ultra Trail nella cornice delle Dolomiti è qualcosa che ti riempie di gioia. Penso sia uno dei posti più belli che abbiamo in Italia, forse anche nel mondo.
Quelle montagne hanno qualcosa di maestoso, magico, di ipnotizzante e di avvolgente, mi danno una sensazione di accoglienza, di abbraccio. Quel giorno vedere tutta quella gente colorata, energica, sorridente, serena ed essere lì, tutti insieme, a correre, è stata un’emozione incredibile. C’erano tante famiglie con bimbi piccoli: i genitori che correvano, i bambini che davano il 5 a tutti i corridori che arrivavano. Mi hanno lasciato un’immagine di sportività molto pura.
L’organizzazione che c’è dietro a quell’evento è qualcosa di formidabile.
Quanto alla gara, mi ero allenata tanto ma non avevo fatto i giusti conti con il dislivello. Sicuramente la prossima volta baderò di più a questo aspetto. Non vedo l’ora di tornare.
Hai un luogo dove preferisci allenarti?
Il posto in cui preferisco allenarmi è un percorso che si chiama “Parole d’Oro”, sui monti pisani, versante lucchese. Si parte da San Quirico/Guamo (Capannori), si prosegue fino a Prato a Sigliori e al paese di San Giusto in Compito. Sembra di essere in un libro di Tolkien.
Si segue un canale di pietra immerso in un prato verde circondato dal bosco. Via via si incontrano tante cisterne dai tetti a punta, con porte di metallo e, appesi, si trovano grandi chiavistelli, sopra ad ogni porta vi è un simbolo dell’antico Ducato di Lucca. È un percorso di circa 15 km con 600D+.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Avendo avuto una bimba da poco sto cercando di organizzarmi tra lavoro, famiglia e sport. Vorrei tornare a correre lunghe distanze.
Sicuramente proverò ad essere sorteggiata nuovamente a Cortina. L’obiettivo è aumentare le distanze, vorrei arrivare ai 100km. Il sogno sarebbe il TOR130 e, chissà, in futuro il 330. Vedremo.
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