Gebre ancora sotto le 2h05′ in maratona, ha segnato questo gran tempo in Dubai (18/01/2008). La storia atletica di questo meraviglioso etiope non si è ancora conclusa. Sono ormai 15 anni che delizia gli occhi di chi ama l’atletica. Il suo valore umano e sportivo è fuori dal comune. Elasticità e leggerezza sono le doti che più mi colpiscono di lui, ma la sua testa rimane irraggiungibile.
L’immensità di Gebrselassie.
In Dubai ancora una vittoria per Haile Gebrselassie. Il tempo finale è come al solito sbalorditivo: 2h04’53”, secondo tempo di sempre al mondo. Prima parte di gara dai ritmi assurdi, passaggio sotto 1h02’. Nel finale Gebre ne ha risentito, ma è andato a chiudere pur sempre sotto 2h05’.
Per me non ci sono dubbi; si tratta del più grande corridore di sempre riguardo il fondo e mezzofondo. Fortissimo nel mezzofondo è diventato il re anche in maratona. Tempi alla mano nessuno può vantare quanto lui. Potrei dire anche titoli alla mano, poco cambierebbe.
Tempo ottimo sui 1500 metri, già sui 3000 metri diventa irresistibile. È stato fortissimo sui 5000 e devastante sui 10000 metri dove ha vinto 2 ori olimpici. In mezza ha subito vinto il mondiale e corso poco dopo sotto i 59’. In maratona anche quando non ha vinto ha corso la gara da protagonista e se guardiamo i suoi tempi fin dall’esordio sono da brivido.
È un corridore veloce ed al tempo stesso resistente. Unico neo quello di non aver vinto in campestre, ma la sua azione non è naturale su quel tipo di terreno. Rimango in ogni caso convinto che se si fosse preparato a dovere, un mondiale sui prati lo avrebbe vinto di sicuro.
Il suo modo di fare sport con il sorriso sulla bocca è un messaggio d’amore straordinario. D’amore verso la corsa, ma anche verso la libertà. Lui sostiene che quando corre è felice e non nasconde ciò che prova.
Nelle sconfitte che ha avuto in carriera, pochissime per la verità, non ha mai accampato scuse. Ha sempre reso onore a chi lo ha preceduto senza polemiche o manifestazioni di rivalsa. Gebre afferma che quando si è espresso al massimo delle sue possibilità è tranquillo, chi lo batte lo ha meritato, non ha motivo di rammaricarsi.
Un grande esempio di concentrazione in gara, ricordo ancora quando in occasione di un record del mondo sui 10000 metri, rimproverava di essersi distratto un attimo ed aver lasciato per strada 3-4”. Si conosce alla perfezione e ragiona in questi termini: “Conosco quello che valgo, se guido bene la mia vettura il risultato non può essere che quello preventivato”.
Faccio sempre tesoro di questo concetto da lui espresso: “Quando inizio il nuovo anno sono al 30% della condizione, di gambe e di testa. Andando avanti devono crescere di pari passo, l’allenamento è fisico e mentale, se essi non vanno in sintonia le ottime prestazioni non arriveranno mai”.
Gebre è l’esempio dell’impegno e della passione. La sua determinazione lo supporta nelle difficoltà e quando qualcosa non va si ferma ad analizzare a fondo i motivi. Rispetta il suo corpo e lo ascolta. Quando ebbe dei problemi assicurò che dovette modificare di un centimetro la posizione del suo baricentro: niente lascia al caso. Questo non significa essere maniacali, ma semplicemente dei professionisti.
Chiudo sostenendo che la natura è meravigliosa, quando dona talento a chi ne fa tesoro. Gebre è degno di questo dono e poi basta vederlo correre per innamorarsi della corsa, il suo gesto è libertà pura.