Il caso Pistorius

Voglio dare una mia opinione sulla delicata questione che riguarda Oscar Pistorius. Un intreccio di decisioni e di opinioni che rischiano di far perdere lucidità nell’affrontare il problema in termini concreti. Quando si parla di atleti disabili spesso persone esterne al nostro sport danno giudizi senza conoscere a fondo la reale situazione.

Caso Pistorius

Vorrei dare una mia opinione sul caso che si sta discutendo già da mesi e vale a dire se dare la possibilità ad Oscar Pistorius di correre le Olimpiadi di Pechino di quest’anno. La Federazione Internazionale ha dato parere contrario in seguito a degli studi fatti per capire se l’atleta sudafricano avrebbe avuto un vantaggio dalle protesi che usa.

Credo che dandogli la possibilità di gareggiare si commetterebbe un grosso errore. Sarebbe come usare pietà nei suoi confronti e questo non farebbe bene a nessuno. Nelle competizioni le regole sono precise e si devono seguire quelle. Questo non vuol dire andare avanti con il paraocchi e non essere aperti a discutere nuove eventuali, le regole si possono sempre migliorare.

Secondo me in questo caso però non esistono i requisiti per discutere la questione. Parlando da allenatore, so bene cosa vuol dire la valenza che ha il piede ed in una prova come i 400 metri esso diventa decisivo, sostituirlo con una protesi rende il tutto innaturale e falsato nei valori. La forza reattiva, elastica ecc. è fondamentale e tarare i suoi picchi prestativi con una protesi fatta in laboratorio è alterare una condizione naturale. Vuol dire ottimizzare ed anche se l’ausilio tecnologico non da vantaggi almeno offre uno standard perfetto fisso.

Passando poi al discorso tendineo e muscolare la questione si fa sempre più difficile da poter essere accettata. Sappiamo bene quanto in atletica il limite alla prestazione è fortemente ostacolato dalla produzione lattacida. Nei 400 metri piani, nel giro della morte, il lattato diventa di un’importanza assoluta. È evidente che in una protesi non si formi lattato e di conseguenza non c’è resistenza alla prestazione. D’accordo che a livello del quadricipite Pistorius dovrà convivere con il lattato, ma nella parte sotto il ginocchio non avrà il benché minimo problema.

Si parla di un atleta dalle grandi doti, su questo nessun dubbio, ma sappiamo bene come in un 400 metri anche la differenza di un paio di secondi contraddistingue atleti dalla caratura completamente diversa. Non vi è dubbio che le protesi permettono a Pistorius di partire in una condizione alterata rispetti agli atleti normodotati e sarebbe come correre una gara impari.

Molti atleti, forse tutti, hanno almeno per un attimo pensato al sogno di correre un’Olimpiade, ma la natura lo ha permesso solo a pochi. Si può vivere anche senza un’Olimpiade, ci riusciamo tutti, concederla a Pistorius solo per far vedere che lo sport apre le porte a chiunque è secondo me sbagliato.

È una realtà che correndo i 400 metri in 50”, ci si deve accontentare di competere per cercare di primeggiare ai Campionati regionali, chi li corre in 55” li correrà semplicemente per la passione di essere in gara e vivere le sue emozioni. Per la maggior parte dei podisti che li corrono sopra il minuto, si tratta di correrli perché gli piace e basta.

Atletica e passione vanno a braccetto, atletica e settore assoluto invece vuol dire dare regole certe e identificabili, non si può sfuggire a questo. A Pistorius non è negata la possibilità di poter gareggiare e fare atletica, solo che le competizioni le dovrà svolgere con gli atleti che alla partenza hanno le sue stesse condizioni. Gli atleti partecipanti alle Paraolimpiadi non valgono assolutamente meno rispetto agli altri, solo che in gara ogni atleta parte con i soliti parametri.

Pistorius non deve avere un calo di motivazioni correndo alle Paraolimpiadi, lui che si allena duramente e crede in quello che fa dovrebbe capire il vero senso dell’atletica, dello sport.

Vedere fare le Olimpiadi a Pistorius e magari se riuscisse a vincerle con un tempo fuori d’ogni logica a chi farebbe piacere? Sarebbe un capitolo triste per l’atletica, ma soprattutto per Pistorius. Lui deve vincere con chi alla partenza ha identici mezzi; credo che vincere con l’ausilio di mezzi esterni a discapito di chi non li ha non lo potrà soddisfare.

Dovrà capire che la scelta della IAAF è obbligata e non discriminante. Partecipare ad un’Olimpiade è il sogno d’ogni atleta, ma in fondo il vero sogno dell’atleta e poter dare libertà al proprio gesto. Come migliaia d’atleti non hanno raggiunto le Olimpiadi, anche Pistorius saprà accettare questa realtà. Credo che lui, in fondo, visto le avversità che ha passato nella sua vita, saprà accettarlo in modo sereno e consapevole.

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